Il cammino verso una completa riforma del calcio, con una Serie A più rappresentativa e riconosciuta, continua a passo spedito. Nella giornata di ier, il Senato ha dato il via libera (con 98 voti a favore, 70 contrari e un’astensione) al Decreto per Sport e Istruzione, che include anche l’emendamento Mulè relativo alla rappresentanza delle leghe all’interno della Federazione.
Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, questo provvedimento, che comprende anche norme sulla rieleggibilità dei presidenti federali, sui Giochi Invernali di Milano-Cortina, su Nado Italia e sulla Commissione indipendente per il controllo finanziario dei club, è ora legge.
Ma il tempo per le componenti federali, e per la stessa FIGC, di trovare un accordo apportando le modifiche richieste dal governo è ormai agli sgoccioli e l’ipotesi slittamento per le elezioni federali indette da Gabriele Gravina per il prossimo 4 novembre è sempre più realistica, con l’obiettivo di consentire la modifica dello Statuto prima del voto, al fine di incorporare le direttive del decreto. Infatti, la Serie A non intende fare marcia indietro, e nei prossimi mesi si cercherà un accordo per ridefinire i pesi delle componenti negli organi direttivi, in modo da arrivare preparati all’Assemblea straordinaria che probabilmente si terrà proprio il 4 novembre, al posto di quella elettiva, con quest’ultima che slitterà ai primi mesi del nuovo anno.
Ma un altro tema sul tavolo lo ha posto proprio Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia: «Sono molto soddisfatto delle premesse poste. È stato riconosciuto che il riequilibrio all’interno del consiglio federale è un atto dovuto. Se non ci sarà un accordo, è pronto un disegno di legge urgente che il ministro dello Sport definirà entro qualche settimana per colmare ciò che altri non vogliono fare. Il governo è pronto a intervenire sulla FIGC. Ci si muoverà verso una riforma vera e strutturale del calcio».
Parole che aprono alla possibilità di un commissariamento della FIGC. Soluzione che è considerata da tutti, incluso Abodi, un’estrema misura, ma senza un accordo all’Assemblea straordinaria per lo Statuto, e con il rischio di una Federcalcio ingovernabile, potrebbero emergere le condizioni per metterla in atto. Ciò che è certo, invece, è che il governo sta procedendo rapidamente anche verso una revisione della Legge Melandri, che potrebbe risolvere la questione della equa rappresentanza delle componenti federali.
A prendere questo incarico sarà sicuramente il ministro Andrea Abodi, che nelle scorse settimane aveva parlato di un «disegno di legge che sto preparando, collegato alla Finanziaria 2024, che sostituirà la Legge Melandri, tenendo conto del prezioso lavoro della VII Commissione del Senato e del contributo dell’equivalente Commissione della Camera». Le prime indiscrezioni parlano di una legge di sistema, una nuova normativa sportiva che influirà non solo sulle rappresentanze del calcio (attualmente la legge garantisce il 30% di peso elettorale ad atleti e tecnici), ma anche sui diritti tv e la mutualità. Il piano di base è già pronto e presto inizierà il confronto parlamentare. I tempi saranno rapidi, ma è improbabile che le quote vengano ridefinite in tempo per le elezioni della FIGC del nuovo anno.