Il Napoli è al lavoro per consegnare ad Antonio Conte la rosa desiderata, con l’obiettivo di tornare a lottare per i livelli più alti del calcio italiano. Dopo lo Scudetto del 2022/23, i partenopei hanno concluso la stagione scorsa a metà classifica, affidandosi a tre allenatori diversi e senza riuscire a mantenere il livello dell’annata con Luciano Spalletti.
Tra i nodi più importanti da sciogliere in vista del prossimo anno c’è quello del centravanti. Victor Osimhen è in uscita, come da accordi precedenti all’arrivo di Conte. L’attaccante nigeriano potrebbe trasferirsi al PSG, facendo registrare una plusvalenza monstre agli azzurri. Nulla per ora è ancora definito, ma il club ha fretta di liberare lo slot per dare l’assalto a Romelu Lukaku.
Il belga sarebbe il prescelto per occupare la casella del centravanti, formando così nuovamente la coppia d’oro con Antonio Conte, che lo ha portato all’Inter nel 2019, garantendogli le due migliori stagioni della sua storia a livello realizzativo. Il Napoli avrebbe inoltre un motivo in più per mettere le mani su Lukaku: sfruttare gli sgravi fiscali previsti dal Decreto Crescita.
Lukaku ha il Decreto Crescita? Come funzionano gli sgravi
La norma – eliminata a partire da gennaio 2024, ma che trova ancora applicazione per chi aveva potuto aderire al regime agevolato dal 2019 al 2023 – consentiva ai calciatori provenienti da almeno due anni di residenza fiscale all’estero, di trasferirsi in Italia producendo redditi che venivano pesati solamente al 50% in termini fiscali. A parità di stipendio lordo, la norma garantiva dunque un ingaggio netto decisamente più alto a chi si trasferiva dall’estero, consentendo ai club di attrarre giocatori di alto livello. Di seguito i parametri di accesso che dovevano essere rispettati:
- l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;
- l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza;
- lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
La legge, di base, prevedeva che i vantaggi fiscali fossero applicati per un massimo di cinque periodi di imposta. Periodi che – grazie ai tre anni all’Inter e alla stagione alla Roma – Lukaku è riuscito a sfruttare appieno. Tuttavia, all’interno del testo della norma veniva specificato come ci fosse la possibilità di prolungare la durata degli sgravi per ulteriori cinque anni, arrivando ad un massimo di dieci anni.
Lukaku ha il Decreto Crescita? Cosa diceva la norma oltre i cinque anni
La norma, infatti, recitava: «Le disposizioni del presente articolo si applicano per ulteriori cinque periodi di imposta ai lavoratori con almeno un figlio minorenne o a carico, anche in affido preadottivo. Le disposizioni del presente articolo si applicano per ulteriori cinque periodi di imposta anche nel caso in cui i lavoratori diventino proprietari di almeno un’unità immobiliare di tipo residenziale in Italia, successivamente al trasferimento in Italia o nei dodici mesi precedenti al trasferimento».
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Lukaku, il calciatore ha effettivamente due figli a carico. Per questo motivo si può presupporre che anche al termine dei cinque periodi di imposta iniziali (che scadranno a fine 2024) il Napoli possa continuare a sfruttare gli sgravi fiscali previsti dal Decreto Crescita nei cinque anni successivi, dal 2025 in poi.