Caso Bellomo, la Procura FIGC apre un'indagine sull'espulsione sospetta

Il numero 10 del Bari è stato espulso al 78esimo minuto mentre si trovava in panchina e con la sua squadra sopra di tre gol. Rilevato anche un flusso anomalo di scommesse su tale evento.

nicola bellomo
Nicola Bellomo (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Nicola Bellomo, e la sua espulsione dalla panchina in occasione della gara di ritorno dei playout di Serie B fra Ternana e Bari, finiscono nel mirino della Procura FIGC.

La Procura Federale, guidata da Giuseppe Chiné, infatti, ha aperto un’inchiesta sul cartellino rosso arrivato al 78esimo minuto, con i biancorossi avanti di tre gol e praticamente a un passo dalla conquista della salvezza. A far scattare il provvedimento dell’arbitro La Penna è stata la discussione fra il numero 10 biancorosso e un raccattapalle.

La dinamica dell’accaduto ha incuriosito fin da subito, infatti è in solito vedere un calciatore in panchina scaldarsi così tanto con un raccattapalle quando la partita sembrava ormai incanalata verso la vittoria, e la conseguente salvezza, della propria squadre. Inoltre, le indagini hanno evidenziato come, intorno a quel cartellino rosso, ci sia stato un flusso anomalo di scommesse. Ora la palla passa alla Procura FIGC che indagherà insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato per accertare i fatti e per poi eventualmente procedere con dei deferimenti o archiviare il tutto.

La Lega Serie B, in una nota, ha così voluto sottolineare come sia «da sempre, attenta a tutti gli aspetti che ruotano attorno alle condotte antisportive, il cui contrasto parte dalla costante analisi di questi fenomeni. Una verifica condotta con il supporto operativo dell’Unità Informativa Scommesse Sportive e del Gruppo Investigativo Scommesse Sportive, organismi creati dal Ministero degli Interni, oltre che dalla formazione e informazione che ogni anno la Lega Serie B svolge nei club, insieme all’Aic, con il progetto ‘Il calcio non è solo un gioco’. Allo stesso modo la LNPB è vigile verso tutte le fattispecie di doping amministrativo quale elemento che altera l’equa competizione».

«La convinzione della lotta a crimini che minacciano la credibilità, l’onorabilità e il lavoro di promozione del campionato, che Lega B e le società portano avanti in modo incessante ogni anno, è ulteriormente ribadita dalla costituzione quale parte civile in ogni procedimento che riguarda questo genere di reato».

«Per tutti questi motivi la Lega B ribadisce, anche alla luce dei recenti deferimenti e all’apertura delle indagini relative a presunte condotte antisportive degli ultimi giorni di alcuni giocatori, che sarà come sempre in prima linea nella collaborazione con la giustizia sportiva per accertare e garantire il rispetto delle regole», ha concluso la Lega Serie B in una nota.

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