Lotito: «Indice di liquidità paletto stupido: solo multe per chi non dovrebbe iscriversi al campionato»

«Il 31 maggio vi accorgerete quanto sta bene la Lazio, in attivo di 35 milioni sul bilancio, con un patrimonio netto positivo», ha aggiunto il patron biancoceleste.

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Claudio Lotito (Photo by Andrea Staccioli / Insidefoto)

La Lazio ha conquistato, grazie al pareggio in casa contro il già retrocesso Sassuolo, il settimo posto in classifica che vale alla squadra biancoceleste di Igor Tudor un piazzamento nella prossima Europa League. Traguardo minimo per il club di Claudio Lotito che, oltre a programmare il prossimo futuro della società, stando sempre attento all’ormai famoso indice di liquidità.

Un criterio che lo stesso Lotito ha definito «stupido», come riporta l’edizione odierna de Il Messaggero. «È un paletto stupido inserito dalla FIGC – ha commentato il patron e presidente biancoceleste –. Tutti i lavori dell’Academy a Formello sono stati già pagati e coperti con i soldi della società, non facendo mutui o debiti come fanno altri club. Ecco perché si è abbassato l’indice di liquidità, un limite provvisorio che dura otto mesi, a cui ho sempre posto rimedio di tasca mia per pagare stipendi e tutto il resto. Chi invece accumula debiti per 10 anni, e c’è chi ne ha per 550 milioni, non intacca la contabilità e paga solo multe, quando nemmeno si dovrebbero iscrivere al campionato. Un paradosso assoluto».

Inoltre, Lotito porta avanti il progetto nuovo stadio, con grande attenzione al futuro dell’impianto cittadino del Flaminio: «Stiamo facendo tutte le verifiche tecniche, per esempio sulla tenuta del cemento armato. Non farò vedere a nessuno il progetto finché non sarà tutto pronto». La sfida con il Sassuolo è stata l’occasione per riabbracciare Sven-Goran Eriksson, l’ultimo allenatore capace di portare la Lazio allo scudetto: «È stato bellissimo riabbracciarlo, i tifosi hanno dimostrato il loro amore e i grandi valori del popolo della Lazio». Vanno coltivati e proiettati nel futuro».

Lazio che ha salutato già Felipe Anderson e potrebbe fare lo stesso a breve con Luis Alberto, ma la squadra biancoceleste ripartirà da Tudor: «Fino a ieri non ci avevo parlato, lo avevo solo visto sabato insieme alla squadra. Il tecnico ha un contratto fino al 30 giugno 2025, non c’è quindi nessuna urgenza di un rinnovo e non mi ha detto che se ne vuole andare o abbia titubanze a proseguire il rapporto».

Sulla situazione Luis Alberto, che avrebbe già un accordo con l’Al-Duhail, formazione del Qatar, che gli garantisce uno stipendio da 8 milioni di euro netti: «Sta facendo tutto lui. Ha un contratto per altri 4 anni. Se vuole andare via, deve portare i soldi che vogliamo. Di certo non lo diamo gratis come ha paventato lui pubblicamente. Una società quotata in borsa potrebbe chiedere i danni per questo». Già rifiutati 11 milioni, bisogna arrivare almeno a 15, perché il 25% spetta al Liverpool.

Tudor non vuole rinunciare a Kamada, nemmeno il patron: «Daichi ha detto di voler restare, ora deve dimostrare di essere serio». Il giapponese chiede l’aumento a 3,5 milioni netti, gli agenti sono in arrivo, giovedì scade l’opzione triennale a suo favore per il rinnovo. La Lazio non può accontentarlo su un nuovo accordo senza il Decreto Crescita, ma sta lavorando sui bonus. Poi bisognerà fare i conti con altri scontenti a Formello, Guendouzi e Romagnoli per esempio. Potrebbe servire almeno una cessione eccellente per reperire le risorse per accontentare Tudor. Ma Lotito ostenta ottimismo: «Il 31 maggio vi accorgerete quanto sta bene la Lazio, in attivo di 35 milioni sul bilancio, con un patrimonio netto positivo».