Milan, Ibrahimovic: «Cardinale mi ha fatto un'offerta che non potevo rifiutare»

L’ex attaccante svedese ha fatto un primo bilancio dei primi mesi come partner operativo di RedBird: «Sta andando bene».

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Zlatan Ibrahimovic (Photo by PIERO CRUCIATTI/AFP via Getty Images)

Zlatan Ibrahimovic è entrato a fare parte di RedBird ormai da quasi cinque mesi, con il ruolo di Partner Operativo e Advisor della proprietà del Milan. L’ex calciatore è stato scelto dal fondo statunitense di Gerry Cardinale come consigliere operativo, con particolare focus proprio sul club rossonero. E in queste settimane lo svedese dovrà forse affrontare il suo primo e vero banco di prova da quando ha terminato la sua carriera da calciatore: la scelta del nuovo allenatore del Milan.

Ibrahimovic, intanto, è stato il protagonista di una intervista, che risale alla fine dello scorso mazo, al podcast svedese  ABTalks di Anas Bukhash. Il classe 1981 ha affrontato il tema legata al suo cambio di carriera piegando come «Cardinale mi ha fatto un’offerta che non potevo rifiutare. Ho iniziato a lavorare con il Milan e sono al Milan da tre o quattro mesi e sta andando bene, devo dire». Un bilancio dunque positivo, in attesa delle prossime settimane che metteranno le basi per la stagione 2024/25, la prima vera e propria da quando Ibrahimovic è rientrato a Milanello.

Sede che ha attraversato per due occasioni da calciatore e proprio sul suo passato ha affermato: «Sto bene, la vita è bella, mi tratto bene. Ovviamente ho smesso di giocare a calcio otto mesi fa, ora ho una vita diversa, ho accettato di smettere di giocare, anche se è stata una cosa difficile a causa del mio ego, a causa di ciò che penso di me stesso. Io penso di essere il migliore, sono ancora il migliore, potrei continuare… ma ho scelto di fermarmi. Perché? Voglio una bella vita per la mia famiglia. Volevo poter fare delle cose con i miei figli, se avessi continuato non avrei potuto fare delle cose con loro perché avevo problemi a un ginocchio. Così l’ho accettato, sono arrivato a un momento in cui ho detto ‘va bene, lascia perdere e inizia un nuovo capitolo nella tua vita».

Infine una battuta su Mino Raiola, il suo storico procuratore scomparso due anni fa, e sulla sua famiglia. «Quando è venuto a mancare per me è stato un duro colpo. Ho pianto moltissimo. E non è ancora finita perché a volte mi vengono dei flashback. Mi manca troppo. Tutti quelli che conoscono me e lui capiscono quanto eravamo vicini. Se potessi mandargli un messaggio? Mi manchi».

«Mia moglie mi dice sempre: “Ricordati chi si è preso cura di te prima che tu iniziassi a prenderti cura della famiglia” – racconta Ibrahimovic –. Ha rinunciato alla sua carriera per me. Mi ha accompagnato in tutto quello che ha fatto, mi ha dato tutto e ha rinunciato a tutto per me. Non penso che si dovrebbe avere un grande ego in una relazione, stare al di sopra di qualcun altro. Penso che dovrebbe essere 50 e 50, ovviamente lei si assume più responsabilità in alcune cose, e in altre mi assumo più responsabilità io. La gente può pensare che siamo una famiglia che vive una vita lussuosa, ma lei lava e cucina. L’unico aiuto che abbiamo è una donna delle pulizie. Accompagno i bambini a scuola, li vado a prendere all’allenamento come una famiglia normale ed è così che abbiamo scelto. In tutta la scuola a Beverly Hills, solo i miei figli andavano in bicicletta. Le altre famiglie avevano delle tate che accompagnavano e andavano a prendere i bambini, oppure un autista. Non è quello che siamo noi».