Gravina: «La Serie A ha piena autonomia sul format del campionato»

«Cosa gli manca? Vuole il modello Premier? Magari, lì ci sono venti azionisti, ma le quote sono 21 e la ventunesima è della federazione che ha diritto di veto quasi su tutto».

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Gabriele Gravina (Foto: Claudio Villa/Getty Images)

«Il sottoscritto e il consiglio federale hanno lasciato piena autodeterminazione alla Serie A di scegliere il format che ritenesse più opportuno». Lo ha detto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, rispondendo in commissione Cultura e sport in Senato. «Il calcio non ha problemi, voglio essere fuori dal coro, i problemi dialettici sono fisiologici, qualcosa sta diventando patologico perché per ragioni diverse non si vuole capire che facciamo parte tutti di un’unica filiera», ha aggiunto.

Poi ancora: «Sento parlare di autonomia, che è legittima. Credo sia la motrice del calcio italiano, il problema è cosa si intende per autonomia e l’impatto che ha sulle altre componenti del sistema. La Lega Serie A è libera di autodeterminarsi in ambito commerciale e in ambito di format. Cosa gli manca? Vuole il modello Premier? Magari, lì ci sono venti azionisti, ma le quote sono 21 e la ventunesima è della federazione che ha diritto di veto quasi su tutto». Sulla richiesta della A di avere maggior peso politico ha concluso: «La Lega merita assoluto rispetto, ora aspettiamo le loro proposte».

L’intervento del numero uno della Federcalcio si sposta poi su altri temi più generali relativi al mondo del pallone: «Al Governo chiediamo pari dignità ricevuta da altri settori, mi riferisco alla tax credit. Tutti parlano di sport e cultura, dunque se lo sport è cultura rivendichiamo pari dignità a chi opera in quel settore».

«Lo facciamo attraverso un riconoscimento anche al mondo del calcio con destinazione allo sviluppo dei vivai e delle infrastrutture della tax credit. Chiediamo una percentuale di prelievo sulle scommesse, l’esaurimento graduale del vincolo sportivo e un sostegno concreto per la realizzazione degli stadi per EURO 2032», ha proseguito Gravina.

«C’è solo un modo per costruire il futuro, facendolo insieme», ha aggiunto il presidente della FIGC nel suo appello al Governo. «Tax credit e tutela del diritto d’autore per noi sono fondamentali. L’abolizione del vincolo dal 1° luglio 2024 farà sì che ci saranno 6.300 giovani di serie dai 14 ai 16 anni che verranno svincolati. E’ un disastro. E su questo ho già chiesto al ministro Abodi di intervenire nel correttivo».

Parlando del piano strategico della federazione approvato recentemente all’unanimità ha invece spiegato che è «una piena assunzione di responsabilità delle componenti del sistema calcio attraverso il rafforzamento dei criteri di ammissione ai campionati e attraverso il potenziamento dei sistemi di controllo e monitoraggio che hanno l’obiettivo di mettere in sicurezza il sistema entro cinque anni».

Mentre soffermandosi sulle perdite di sistema ha individuato alcuni aspetti negativi come la pandemia. «Sicuramente ha influito perché abbiamo perso 23 milioni di spettatori. Ma comunque non siamo stati attenti nel rapporto valore della produzione e costo del lavoro che pre covid era al 69%, mentre oggi è all’84%».

Poi ha concluso: «Vorrei inoltre eliminare il luogo comune che individua in capo al mondo del calcio una sorta di responsabilità nell’accumulo di queste continue perdite. Se nel bilancio integrato la federazione ha ruolo di impulso, nel mondo dell’imprenditoria è noto a tutti che le scelte aziendali rientrano nell’autonomia del singolo imprenditore e non alla federazione».