Nella serata di ieri, l’amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, è intervenuto durante la trasmissione, in onda su DAZN, Supertele, condotta da Pierluigi Pardo e andata in onda al termine dell’ultimo posticipo di giornata fra Atalanta e Verona.
Tanti i temi toccati dall’ad rossonero, fra i quali non poteva mancare l’inchiesta della Procura di Milano sul passaggio di proprietà del club fra Elliott e RedBird, che vede fra gli indagati lo stesso Furlani e il suo predecessore Ivan Gazidis. «C’è questa idea che RedBird non sia il proprietario del Milan ed è qualcosa di sbagliato – ha commentato Furlani –. I fatti sono semplici. Le autorità hanno il diritto di fare le indagini che vogliono, ma noi non abbiamo nulla da nascondere e siamo pronti a cooperare con loro per fargli fare al meglio il loro lavoro».
Il mercato e la posizione dei big della squadra
L’estate si avvicina e con lei anche il tempo di mercato: «La filosofia è quella di migliorare la squadra. L‘anno scorso abbiamo fatto un lavoro di parecchi cambiamenti perché era necessario cambiare un po’ la squadra, quest’anno sarà un lavoro più mirato perché le basi ci sono. Non è giusto dire che noi puntiamo solo ai giovani o ad una tipologia nello specifico. il lavoro che facciamo come fanno le altre società, è guardare vari criteri. Quando analizziamo potenziali acquisti, partiamo dallo scouting ovviamente che è importantissimo, ci sono i dati di cui si parla tanto che ci aiutano nella scelta – un ingrediente importante anche se non fornisce da solo la soluzione –, si guarda la storia medica e la personalità del giocatore, oltre ovviamente al tema finanziario. Questi sono tutti elementi per scegliere un giocatore, anche se non ci sono caratteristiche necessariamente in partenza che ti dicono solo di questo o quel tipo».
«Non abbiamo bisogno di fare cessioni per rientrare dalle perdite – ha continuato l’ad del club rossonero –. Essendo una società in attivo, abbiamo possibilità di investire in partenza. Leao, Maignan e Theo Hernandez sono contenti di rimanere al Milan e hanno contratti lunghi. Giroud? Ha fatto la storia del Milan e sta performando ancora ad alti livelli. Vedremo cosa deciderà a fine stagione. Non siamo stati timidi lo scorso anno sul mercato e non lo saremo nemmeno in quello che arriverà laddove ce ne sarà bisogno. I ragazzi arrivati in estate hanno fatto bene e sono felici di stare qui. Non bisogna fare i colpi tanto per farli e mettere in difficoltà la continuità aziendale. Dobbiamo continuare a migliorare la squadra per vincere. Non dobbiamo fare colpi che facciano scena, ma che siano utili».
Gerry Cardinale, il ruolo di Ibra e Pioli
Da qualche mese nell’organigramma di RedBird, con speciale delega sul Milan, è entrato Zlatan Ibrahimovic: «Si è detto tanto su Zlatan. La leadership e le decisioni finali sono di RedBird e di Gerry Cardinale. Sotto di lui c’è un gruppo di lavoro. Zlatan sta già facendo vedere che è anche un grande campione fuori dal campo. Contribuisce su vari fronti. La parte sportiva è composta da Zlatan, Moncada, D’Ottavio e io. Ognuno ha delle competenze. Poi ci sono altre aree di lavoro come quella dello stadio dove Scaroni è molto coinvolto. La leadership è di Cardinale. Ibra ha molta influenza sulla parte sportiva».
Il club rossonero è poi concentrato sull’aumento dei propri ricavi, con particolare attenzione al capitolo stadio: «Siamo attorno ai 400 milioni circa di entrate. Quanto può crescere? Domanda complicata. Dipende sicuramente dall’attività che facciamo noi e quindi dal lavoro che svolgiamo coi nostri partners come Puma, MSC, Emirates e altri, in parte dipende dalle competizioni UEFA e dal lavoro che facciamo con la Serie A, non solo come Milan ma insieme alle altre 19 società, per accrescere il fatturato del nostro campionato soprattutto a livello media. E poi c’è la parte stadio che è importantissima: a oggi come stadio abbiamo San Siro e ci focalizziamo su questo per renderlo un’esperienza migliore per i nostri tifosi. Un domani chi lo sa. Lo stadio è un motore per creare risorse che vengono reinvestite nel calcio e oggi San Siro è un prodotto datato».
Infine, non poteva mancare una battuta su Pioli e il suo futuro sulla panchina del Milan: «C’è questo essere perennemente sotto i riflettori. È da inizio stagione che la critica al mister si accende dopo ogni partita non vinta. Quest’anno ha fatto bene e siamo focalizzati sul finale di stagione. È una persona squisita, con la quale si lavora molto bene e posso dire che siamo fortunati a lavorare con lui. Non si può giudicare un allenatore su una partita, ma si valuta su una stagione intera. Vedremo come andrà a finire la stagione, ma siamo fiduciosi. Valutazione fin qui? Troppo presto. Vediamo questo ultimo mesetto. Stiamo facendo bene rispetto allo scorso anno. Siamo 12 punti avanti rispetto a un anno fa. Peccato essere usciti dalla Champions, ma il girone era difficile. Il Milan parte sempre per vincere. La verità è che non ci si può riuscire tutti gli anni. Con il Newcastle siamo stati sfortunati, con il Borussia Dortmund al ritorno eravamo condizionati dagli infortuni. La Champions è un rimpianto, ma faremo di tutto per far meglio il prossimo anno».