Malagò: «Italia mai così in basso su impianti e infrastrutture»

Il presidente del CONI ha aggiunto: «Serve un piano Marshall, soprattutto dopo la scelta di destinare così pochi fondi del PNRR a un settore che sta portando grandissimi risultati come lo sport».

malagò
Giovanni Malagò (Photo by Giampiero Sposito/Getty Images)

Il tema infrastrutture sportive in Italia tiene banco ormai da decenni, ma l’avvicinarsi di importanti manifestazioni come le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026 e gli Europei di calcio 2032 hanno fatto scattare l’allarme nelle istituzioni dello sport italiano.

«Mai stati così forti nello sport, mai così in basso per quanto riguarda gli impianti», la frase laconica pronunciata da Giovanni Malagò, presidente del CONI, in apertura dei lavori della “Giornata nazionale dell’impiantistica sportiva”, organizzata dal Consiglio nazionale degli ingegneri tenutasi a Roma giovedì scorso e ripresa dall’edizione odierna di ItaliaOggi.

«Non siamo mai stati in una situazione così pietosa per quanto riguarda l’impiantistica sportiva  – ha continuato il numero uno del CONI –, serve un piano Marshall. Quando racconto ai miei colleghi del CIO che in Italia sei scuole su dieci non hanno una palestra rimangono increduli. Tutto ciò a fronte di risultati sportivi senza eguali nella nostra storia».

Il presidente Malagò giudica, inoltre, scellerata la presa di posizione in merito alla destinazione dei fondi PNRR allo sport: «Il confronto è impietoso rispetto ad altri settori e non credo che in questo momento in Italia ci sia un settore che stia performando meglio. L’unica soluzione è portare grandi eventi nel nostro paese. È dal 1956 che, se non c’è un grande evento, non viene fatto un solo investimento pubblico su infrastrutture sportive».

Su burocrazia e gestione degli impianti già esistenti è intervenuto allo stesso evento anche Angelo Domenico Perrini, presidente del CNI «È accaduto che spesso i nuovi impianti siano restati in carico alle amministrazioni locali, con le conseguenti difficoltà di gestione. Al tempo stesso, sono tanti i progetti che non arrivano alla cantierizzazione, soprattutto a causa delle pastoie burocratiche, strutture di cui le società sportive avrebbero un enorme bisogno».