“Preoccupato per Immobile? A me succede tutti i giorni, vivo sotto scorta da 20 anni. Se lei prendesse il mio cellulare troverebbe 500.000 minacce di morte a me e alla mia famiglia. Tutti i giorni. Eppure non è che faccia tutto questo clamore, o mi sbaglio? Punto e basta, non dico altro”. Il patron della Lazio Claudio Lotito, interpellato a margine di un evento all’università Luiss, ha commentato così l’aggressione subita dall’attaccante biancoceleste insieme alla sua famiglia.
“L’istigazione all’odio è un reato e va punita”. Dopo l’addio di Maurizio Sarri, Immobile ha infatti denunciato ieri di essere stato “aggredito verbalmente e fisicamente da un gruppo di persone”, davanti alla scuola del figlio di 4 anni, mentre lo accompagnava insieme alla moglie. L’aggressione, ha sottolineato Immobile attraverso il suo ufficio stampa, è conseguenza “dell’istigazione all’odio” di alcuni organi di stampa e giornalisti via social, che con “parole d’odio” hanno riportato “ricostruzioni non inerenti alla realtà”,attribuendogli una fronda a Sarri. Immobile presenterà denuncia penale contro i responsabili della “diffamazione”.
L’aggressione a Ciro Immobile e al figlio davanti alla scuola del bambino è avvenuta mercoledì scorso, mentre risale a giovedì quella alla moglie, ha poi precisato in una nota l’ufficio stampa del calciatore della Lazio, ricostruendo con maggior precisione gli eventi denunciati.
La stessa Lazio in un comunicato si era stretta intorno al suo capitano: “Tutta la S.S. Lazio esprime piena solidarietà al proprio capitano Ciro Immobile ed alla sua famiglia per le inquietanti ed inaccettabili aggressioni subite nei giorni scorsi. Lo sport, e di conseguenza il suo valore etico, deve rimanere tale: qualsiasi atto di violenza verbale o fisica deve ricevere condanna unanime, fermamente e senza giustificazioni”.