Il piano industriale non convince sui debiti: TIM crolla in Borsa e chiude a -24%

A Piazza Affari il titolo ha chiuso tornando sui livelli di dicembre 2022: pesano i dubbi degli investitori sul nuovo piano industriale.

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Il logo della Serie A Tim (Andrea Staccioli / Insidefoto)

Tonfo di Tim in Borsa con i dubbi degli investitori dopo la presentazione del nuovo piano industriale. A Piazza Affari il titolo chiude pesante con un calo del 23,8% a 0,21 euro sui livelli di dicembre 2022.

In particolare, a preoccupare è il livello di indebitamento previsto dopo la vendita della rete fissa nazionale, che è superiore alle aspettative del mercato. Il piano prevede un debito in riduzione: al 2026 attesa una leva pari a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,85 volte dei pro-forma al 2023. Inoltre, gli analisti hanno anche notato che la società non ha incluso nell’outlook alcun piano di distribuzione dei dividendi (l’ad Labriola ha comunque sottolineato che la prevista “flessibilità finanziaria” del nuovo piano di Tim al 2026 “schiuderà le porte al dividendo per gli azionisti).

“Penso che queste attività vanno fatte più a sangue freddo, abbiamo avuto un volume di scambi che è circa 12 volte più alto di quelli tradizionali. Dobbiamo spiegare meglio alcune tematiche relative ai numeri perché dal punto di vista pratico stiamo mettendo una azienda con leverage di 1,6 che è migliore rispetto ad altri peers, che torna a generare cassa a livello domestico già dal 2025, ci sono tutta una serie di possibilità di migliorare anche per una remunerazione per gli azionisti: è complesso capire esattamente alcuni aspetti”, ha spiegato lo stesso Labriola in conferenza stamp, rispondendo a una domanda sulla reazione in borsa del titolo.

“Certo dobbiamo chiarire meglio che il 2024 è un anno nel quale per metà siamo ancora verticalmente integrati” e la cassa che “noi bruciamo quando siamo verticalmente integrati” fa capire che “il punto di partenza di livello del debito non è 6,5 ma è più vicino al 7,5 per cui nell’arco di piano comunque fai deleverage” e si entra in una area di investment grade, sottolinea l’Ad. “Analizzeremo meglio i volumi legati agli scambi” conclude.

Guardando alla Borsa, Milano ha chiuso a +0,16% trascinata verso il basso proprio da Tim. Male anche Azimut (-5,9%) dopo la comunicazione al mercato dei conti 2023 e la conferma dei target al 2024. Continuano le vendite su Pirelli, che termina a -2,27%, dopo i conti dell’esercizio 2023 e l’aggiornamento delle prospettive. Dopo una partenza al rialzo chiude in rosso anche Nexi (-4%): il titolo e’ frenato dalla revisione delle prospettive di crescita per l’anno in corso. In testa al Ftse Mib Amplifon (+5,9%), dopo i conti e l’annuncio del dividendo. Continua il rally di Saipem (+1,9%), trainato dal giudizio positivo degli analisti. Bene anche St (+3,5%) e Diasorin (+1,6%). Fuori dal paniere principale Fenix Entertainment in profondo rosso (-28,5%) in seguito alla decisione del cda di tagliarsi i compensi per ridurre i costi.