Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è indagato dalla Procura di Roma per autoriciclaggio e appropriazione indebita. Il tutto nasce dal caso dossieraggio su cui stanno lavorando i pm di Perugia dopo aver scoperto gli accessi illegali del tenente della Finanza Pasquale Striano e del pm della Direzione Nazionale Antimafia Antonio Laudati.
Il numero uno della FIGC, già ieri mattina, ha chiesto alla Procura di essere ascoltato per fare chiarezza sulla propria posizione. Nel pomeriggio si presenta a piazzale Clodio accompagnato dai suoi avvocati, Fabio Viglione e Leo Mercurio: la formale iscrizione nel registro avviene contestualmente all’inizio dell’interrogatorio, Gravina da persona informata sui fatti acquisisce lo stato di indagato, circostanza che gli permette di avere determinate garanzie come la presenza dei suoi legali.
Gravina porta all’interrogatorio quelle che la difesa definisce «diverse decine di pagine» di prove, tracciamenti, documenti che lo scagionerebbero da ogni accusa relativa al bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro, di cui all’epoca dei fatti contestati era presidente, la compravendita di libri antichi mai conclusa che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350 mila euro e l’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna. Tre circostanze che secondo i pm potrebbero essere tra loro collegate determinando un unico giro di denaro e dunque i reati di autoriciclaggio e appropriazione indebita. L’ipotesi allo studio, quindi, è che l’appalto per i diritti tv non sia stato concesso con la dovuta regolarità.
Infine, non è detto però che l’indagine resti nella Capitale. Proprio ieri il procuratore capo Francesco Lo Voi ha fissato un incontro con i titolari del procedimento per definire i prossimi passi da compiere. L’acquisto della casa di Milano, tassello chiave dell’inchiesta, potrebbe infatti aprire una questione di competenza territoriale che verrà attentamente valutata dagli inquirenti nell’eventualità di trasmettere il procedimento alla Procura lombarda. Al momento non è ancora stato stilato un calendario su nuove possibili audizioni o convocazioni e ad oggi non sono neanche in programma incontri tra i pm capitolini e quelli di Perugia.