Caso dossieraggi, su Gravina si indaga per riciclaggio e appropriazione indebita

Nel 2018 la Lega Pro, guidata dall’attuale numero uno della Federcalcio, affidò alla Isg Ginko il canale tematico della terza serie del calcio italiano.

gravina
Gabriele Gravina (Foto: Claudio Villa/Getty Images)

Si allargano le indagini della Procura di Roma che vedono come protagonista il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, le ipotesi di reato su cui stanno indagando i pm capitolini sono appropriazione indebita e riciclaggio. Al centro di tutto l’assegnazione, avvenuta nel 2018, del bando per il canale tematico della Lega Pro di calcio alla Isg Ginko. All’epoca alla guida del terzo campionato di calcio italiano c’era proprio Gravina.

Il punto di partenza per riannodare i fili degli accertamenti in corso resta il caso esploso in questi giorni e chiama in causa come testimoni anche due colleghi di Pasquale Striano, presenti a quattro incontri avvenuti il 9, 17 e 24 maggio del 2022 e il 17 giugno dello stesso anno tra lo stesso finanziere, su impulso di Antonio Laudati. Agli incontri c’era anche il ds biancoceleste Mariano Fabiani.

Striano, secondo l’accusa, riceve una “soffiata” sull’affidamento dell’appalto della Lega Pro e poi effettua una serie di accessi per recuperare altre notizie su Gravina. Alla fine, «d’accordo con Laudati, prepara un’informativa per i magistrati sostenendo di averli ricevuti come elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti nell’ambito di proprie attività investigative».

A Salerno, in realtà, l’unico fascicolo in cui, da non indagato, è presente il nome di Gravina, è quello nato da una denuncia di Lotito per simulazione di titolarità e fondi esteri di provenienza non certa in relazione all’acquisto della Salernitana da parte dell’attuale presidente Danilo Iervolino. Proprio il numero uno della FIGC ne aveva imposto l’affidamento a un trust e poi la vendita. Lotito contesta la cifra con cui il trustee concluse l’affare a scapito di offerte, a suo dire, più vantaggiose.

Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone accertato l’accesso abusivo di Striano, ma ritiene che il ruolo di Gravina nell’assegnazione dell’appalto per i diritti tv vada comunque chiarito e trasmette il fascicolo ai colleghi di Roma. Gravina è stato presidente della Lega Pro dal dicembre 2015 fino al 16 ottobre 2018, quando si è dimesso dalla carica per poter essere eletto, una settimana dopo, alla guida della Federcalcio. L’assegnazione del bando per la simulazione e sviluppo del canale tematico è uno dei suoi ultimi atti e sarebbe avvenuto, secondo l’ipotesi da verificare, dietro un corrispettivo extrabudget di almeno 250 mila euro.

Per nascondere il passaggio dei soldi, alcuni intermediari tra lui e la Isg Ginko avrebbero utilizzato due opzioni di acquisto per libri antichi, in realtà mai esercitate. Con quella “caparra” Gravina avrebbe acquistato a Milano un appartamento poi intestato alla figlia della compagna. L’acquisto della casa di via Lambro avviene con un versamento di 350 mila euro sul quale lo stesso notaio decide di avvisare la banca con una Sos.

Le prime verifiche hanno fatto emergere il ruolo di almeno due intermediari, nei confronti dei quali Striano fece accessi abusivi, che gestirono le opzioni di acquisto dei libri. «Si tratta di operazioni separate e trasparenti», sostiene Gravina. Il presidente della Lega Pro non è un pubblico ufficiale: ecco perché il reato ipotizzato è l’appropriazione indebita e non la corruzione. Il riciclaggio riguarderebbe invece l’acquisto della casa e su questo si valuta se trasmettere per competenza gli atti a Milano.