L’ADM boccia le richieste del calcio: no alla percentuale sulle scommesse

«Un riconoscimento, a favore delle sole società di calcio, di una forma di partecipazione agli utili creerebbe una disparità rispetto a tutti gli altri stakeholder».

Quanto vale Mondiale per Club 2025
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

L’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) ha deciso di bocciare le richieste del calcio, relativamente  al riconoscimento a favore delle sole società di Serie A di una forma di partecipazione agli utili derivanti dalle scommesse. La decisione emerge da un documento depositato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli presso la Commissione Finanze del Senato, nell’ambito delle audizioni per il riordino giochi.

«Nel corso della presente legislatura più volte sono stati presentati emendamenti parlamentari volti alla costituzione di un Fondo per la promozione dello sport, destinato al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico, individuando la copertura nell’incremento delle aliquote dell’imposta unica connessa ai giochi di abilità a distanza con vincita in denaro, al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche, nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati», si legge nel documento.

«A parere dell’Agenzia, l’aumento delle aliquote dell’imposta unica avrebbe un effetto potenzialmente depressivo della raccolta e comporterebbe un maggior prelievo fiscale a carico dei concessionari, i quali per mantenere gli attuali livelli dei loro ricavi sarebbe costretti a diminuire gli importi della raccolta resa in vincite ai giocatori (pay out) per incrementare la base imponibile rappresentata dal c.d. margine», si legge ancora.

«Ciò darebbe luogo a un decremento dell’appetibilità del gioco e, di conseguenza, un possibile spostamento di parte della raccolta verso l’offerta illegale che già adesso è in grado di offrire quote più alte (non dovendo sottostare all’imposta), con conseguente spostamento del gioco al di fuori dell’ambito legale e riduzione della raccolta», prosegue ADM nel testo del documento.

«Si aggiunga che l’aumento dell’imposta sul gioco on line si aggiungerebbe all’aumento del fee d’ingresso e del canone richiesti nel bando per le nuove concessioni on line che già impattano notevolmente sui margini dei futuri concessionari, rendendo la concessione meno “appetibile” con conseguente rischio di diminuire il numero dei potenziali soggetti interessati».

«Da ultimo vale sottolineare che il palinsesto delle scommesse offre gioco su tutti gli sport, su eventi sportivi di tutto il mondo e, altresì, su eventi non sportivi. Nel corso del 2023, le scommesse sul calcio di Serie A hanno rappresentato solo il 14,8% delle scommesse del totale delle scommesse sul solo calcio, escludendo, quindi, gli altri eventi sportivi e non. Un riconoscimento, a favore delle sole società di calcio, di una forma di partecipazione agli utili creerebbe una disparità rispetto a tutti gli altri stakeholder che potrebbero, di conseguenza richiederla anch’essi», conclude l’Agenzia.