Dopo indiscrezioni e dichiarazioni degli avvocati, John Elkann e Gianluca Ferrero, rispettivamente AD di Exor e commercialista di famiglia e attuale presidente della Juventus, saranno i protagonisti dell’udienza odierna al Tribunale del Riesame di Torino. Oggi infatti si giudicherà l’idoneità del ricorso presentato dagli indagati sulle perquisizioni messe in atto dalle forze dell’ordine nello scorso 9 febbraio. Insieme ai due è indagato per presunte violazioni fiscali anche il notaio svizzero Urs von Gruningen, che però non è stato soggetto di perquisizioni.
Come riporta l’edizione odierna de La Verità, lo scenario più probabile è che il tribunale si riservi la decisione, che dunque dovrebbe essere resa nota alle parti nei prossimi giorni. Questo anche per permettere al giudice del Riesame di analizzare la documentazione depositata, dato il breve tempo trascorso tra la fissazione dell’udienza (venerdì scorso) e l’udienza di oggi. Il giudizio del Riesame rappresenta un primo test per la Procura di Torino e per la solidità dell’impianto d’indagine.
Eredità Agnelli Tribunale Riesame – Le due possibilità
Nel caso i ricorsi vengano respinti, la Procura e la Guardi di Finanza potranno far entrare i nuovi elementi acquisiti con le perquisizioni, come ad esempio una serie di atti che sarebbero stati trovati dai finanzieri, nel fascicolo d’indagine. Viceversa, l’accoglimento anche parziale potrebbe rappresentare una battuta d’arresto per i pm, non solo per l’impossibilità di utilizzare il materiale acquisito, ma anche per l’indagine nel suo complesso.
L’inchiesta della Procura di Torino è partita dopo un esposto di Margherita Agnelli de Pahlen, figlia di Gianni e Marella Caracciolo e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann. Secondo l’esposto a Margherita sarebbe stata occultata una parte dell’eredità dei genitori, custodita in conti bancari all’estero riferiti a società offshore. Inoltre, il domicilio svizzero di Marella sarebbe di fatto un artificio per permettere di escludere Margherita dal controllo della Dicembre, la società che a cascata controlla adesso Exor. La legge svizzera infatti, a differenza di quella italiana, non prevede la “legittima”, ovvero la quota di eredità che deve andare obbligatoriamente agli eredi diretti.
Lunedì, gli avvocati dei due indagati hanno ritirato alla cancelleria del tribunale gli atti depositati dalla Procura in vista del Riesame. In particolare, l’esposto di Margherita e due informative della Guardia di Finanza che raccolgono gli esiti dell’attività d’indagine svolta fin qui dalle Fiamme gialle, con i primi riscontri alle accuse contenute nell’esposto della figlia di Gianni. In particolare, secondo quanto ricostruito, i dubbi degli investigatori sulle firme della madre in calce alle scritture private che sanciscono il passaggio delle quote di Marella nella Dicembre ai nipoti John, Lapo e Ginevra. E gli accertamenti svolti sulla effettiva residenza di Marella in Italia.
Eredità Agnelli Tribunale Riesame – I dubbi sulla residenza di Marella Caracciolo e i fondi all’estero
Uno dei punti centrali di tutto l’impianto è proprio la residenza di Marella, e se abbia trascorso più di 183 nel corso dell’anno in Italia. Se confermata dalle indagini la sua presenza per più di metà dell’anno, come sostenuto dai legali di Margherita nell’esposto, questo renderebbe nulla l’eredità della vedova Agnelli così com’è stata finora e imporrebbe una sua redistribuzione tenendo presente la quota di «legittima» che spetterebbe obbligatoriamente a Margherita.
Ma l’esposto e le indagini della GdF hanno ricostruito anche fatti precedenti. In particolare, per ricostruire l’esistenza o meno di un patrimonio occultato all’estero e risalente almeno a quando Gianni Agnelli, scomparso nel 2004, era ancora in vita. Nell’ottobre scorso, John Elkann e i fratelli Lapo e Ginevra hanno sanato dal punti vista fiscale un tesoretto di 900 milioni di euro emerso durante una verifica fiscale presso la P Fiduciaria, una della società fiduciarie perquisite dalla GdF per questa inchiesta. Presso la P Fiduciaria, del gruppo svizzero Pictet & Cie, erano schermati i beneficiari di Dancing Tree e Blue Dragon, le due società del Liechtenstein citate negli atti d’indagine.