Eredità Agnelli, le accuse a Elkann: dubbi sulle firme e paradisi fiscali

Dalle Isole Vergini al Liechtenstein, le tracce trovate dagli 007 di Margherita: quasi 9 milioni nel 2018-19. Il fascicolo a Torino: frode fiscale da 4 milioni.

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(Foto: Mark Thompson/Getty Images)

La ricerca dei beni legati all’eredità Agnelli si spinge verso i paradisi fiscali. Partendo da Tortola, la più grande delle Isole Vergini Britanniche, dove ha sede la Bundeena Consulting Inc, presunta di proprietà di Marella Caracciolo, considerata la “titolare effettiva”, e dove si presume possano trovarsi beni generanti reddito derivanti dal patrimonio dell’Avvocato. Si estende fino al Liechtenstein, dove, secondo le dichiarazioni integrate di John Elkann, amministratore delegato di Exor, potrebbero essere localizzati “redditi” collocati in società estere controllate, come la Blue Dragons Ag e la Dancing Tree Ag.

Le dichiarazioni di Elkann, riferite agli anni fiscali 2019-2020-2021, suggeriscono la presenza di beni all’estero legati all’eredità di Marella, già indicati nelle dichiarazioni fiscali ordinarie. Dopo vent’anni di denunce, esposti e investigazioni private, principalmente su impulso di Margherita Agnelli, la figlia dell’Avvocato, la procura di Torino, guidata dall’aggiunto Marco Gianoglio, decide di passare all’azione. L’inchiesta si focalizza sulla presunta frode fiscale nelle dichiarazioni infedeli per gli anni 2018 e 2019, pari a 8.166.669 euro e 583.333,50 euro, rispettivamente.

Queste somme corrispondono alla “rendita vitalizia” di Margherita a Marella, basata su un accordo transattivo del febbraio 2004, accreditato su un conto corrente in Liechtenstein e intestato a una società offshore nelle Isole Vergini Britanniche. L’accusa sostiene che la vedova dell’Agnelli avrebbe dovuto pagare circa 4 milioni di euro di tasse in quei due anni. L’ipotesi investigativa suggerisce che Marella Caracciolo risiedesse in Svizzera solo “fittiziamente” per evitare l’imposta sul reddito, vivendo invece a Villa Frescot a Torino, in Italia, data la sua avanzata età e precarie condizioni di salute.

Il nipote John Elkann, secondo il decreto di perquisizione, avrebbe «rafforzato gli intenti criminali» di Marella, assumendo assistenti e collaboratori attraverso le sue società Fca Security e Stellantis Europa, su suggerimento del consulente fiscale Gianluca Ferrero. L’attuale presidente della Juventus, insieme al notaio svizzero Urs Von Gruenigen, è anch’esso oggetto di indagine. I magistrati stanno analizzando attentamente i domestici, voli e visti sul passaporto, e potrebbero presto richiedere rogatorie all’estero.

L’indagine segnala anche la «assenza totale di documenti originali» sin dalla successione di Giovanni Agnelli e la «natura ragionevolmente apocrifa» delle firme di Marella Caracciolo su aggiunte testamentarie e contratti di locazione e comodato di immobili italiani. Pertanto, è stato ordinato di acquisire copie originali di documenti, corrispondenza e contratti, inclusi quelli relativi alla Dicembre, la cassaforte della holding miliardaria degli Agnelli, che presenta «evidenti anomalie» secondo i pubblici ministeri.