Meno club, più VAR e Coppa Italia all’inglese: il piano FIGC per il calcio

Non soltanto la Serie A. Anche la FIGC ha elaborato un piano dettagliato di 52 pagine da presentare al Governo per riformare il mondo del pallone.

Piano riforma calcio
(Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

Il formato a 18 squadre proposto dal presidente della FIGC Gabriele Gravina sembra essere solo un diversivo per uscire dall’impasse sulle riforme e dividere la Serie A, con il sostegno delle grandi squadre come Juventus, Milan e Inter. Non solo quello studiato dal massimo campionato italiano, anche la FIGC ha elaborato un piano dettagliato di 52 pagine da presentare al Governo.

Questo piano – spiega Il Messaggero nella sua edizione odierna – propone la riduzione del numero complessivo di club nel sistema professionistico da 100 a 80, senza però coinvolgere direttamente la Serie A e la Serie B, che rimarrebbero a 20 squadre ciascuna. Invece, la Serie C subirebbe una significativa modifica perdendo un girone (passando da 60 a 40 club totali) e la sua rappresentanza nel consiglio federale, che sarebbe accorpata alla Serie B.

Piano riforma calcio – Il peso della Serie A e le retrocessioni

In questo scenario, la Serie A guadagnerebbe maggiore peso, salendo dal 12% al 18%, grazie al contributo del 6% del calcio femminile. Tuttavia, la maggioranza rimarrebbe saldamente nelle mani dei Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%). La Lega di A cercherebbe di avere un maggior impatto politico, aspirando al veto su ogni decisione, compresa l’iscrizione al campionato, ma le proposte in tal senso sembrano già essere state incluse nel progetto federale.

La FIGC propone anche un cambiamento nel sistema di retrocessioni e promozioni, con due squadre direttamente retrocesse e un playoff tra la terzultima e la quartultima della Serie A. Le promozioni dirette in Serie B sarebbero limitate a due, e i playoff coinvolgerebbero solo la terza e la quarta classificata, le quali accederebbero direttamente alla finalissima. Il piano prevede anche una riduzione del paracadute finanziario per le squadre retrocesse, passando da 60 a 30 milioni, con una redistribuzione degli importi per tre fasce.

Piano riforma calcio – La nuova Coppa Italia

Le riforme proposte includono anche cambiamenti nel formato della Coppa Italia, l’allargamento della partecipazione a tutti i club professionistici e una nuova formula a eliminazione diretta (sul modello della FA Cup inglese). La FIGC vuole intervenire anche sull’uso del VAR, aumentandone i casi di utilizzo e migliorando la formazione degli arbitri, oltre all’introduzione di un sistema di “Challenge VAR” con precise regole da stabilire.

Oltre alle riforme dei campionati, la FIGC sottolinea la necessità di contenere le spese e ridurre l’indebitamento delle società. Si propone l’adozione di criteri più rigorosi per l’iscrizione al campionato, allineandosi alle regole UEFA e introducendo indicatori di sostenibilità prospettica. Si punta a trasformare le società di calcio in entità con un approccio più “industriale”. Si prevedono controlli più frequenti, l’incorporazione di enti terzi qualificati in ambito di audit e responsabilità per la continua aggiornamento degli indicatori di ammissibilità dei campionati. Inoltre, si prevede un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili.

Le proposte della FIGC si concentrano anche sugli aspetti finanziari, sperando che il Governo intervenga per affrontare temi come le scommesse, gli stadi e i contratti dei calciatori. La FIGC auspica una maggiore autonomia, ma ora sarà necessario trovare un accordo con la Lega Serie A, che ha presentato il suo progetto di riforma con focus su licenze, contratti dei calciatori di 8 anni e altre questioni. L’assemblea straordinaria convocata per l’11 marzo, volta a revocare il diritto di veto, potrebbe essere rimandata per garantire più tempo nella ricerca di un consenso per una rinascita del calcio italiano.