San Siro, Comune in pressing sul ricorso: sì dal Tar ai documenti della Sovrintendenza

Il verdetto arriverà il 14 marzo con Sala che spera di dimostrare come siano presenti delle contraddizioni nel percorso che ha portato alla decisione dello scorso agosto.

San Siro
San Siro (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Il prossimo 14 marzo il Tar della Lombardia deciderà in merito al ricorso presentato dal Comune di Milano in merito al vincolo posto dalla Sovrintendenza sul secondo anello di San Siro.

Come riporta l’edizione odierna de Il Giorno-Milano, le sensazioni del sindaco Giuseppe Sala sono tutt’altro che positive. Ma il pressing di Palazzo Marino non indietreggia e, anzi, continua a dar battaglia alla Sovrintendenza come dimostra una memoria depositata lo scorso 17 gennaio al Tar in cui l’amministrazione insiste sulla richiesta istruttoria volta alla produzione in giudizio di ben quattro atti.

Si va dalla nota della Sovrintendenza del 14 settembre 2020 a quella del Segretariato regionale per la Lombardia del 20 ottobre 2020, passando per quella firmata dalla Direzione Generale Apab del 14 settembre 2020 e dal verbale della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia del 16 ottobre 2020. Una strategia tutt’altro che arrendevole quella del Comune.

Ed è stata anche premiata, visto che con un’ordinanza, decisa lo scorso 29 gennaio in Camera di Consiglio firmata dal presidente Marco Bignami, pubblicata ieri la Sezione Terza del Tar della Lombardia ha accolto l’istanza presentata dal Comune disponendo così alla Sovrintendenza, entro 15 giorni, di mettere a disposizione di Palazzo Marino i quattro documenti sopracitati.

Se far togliere il vincolo sembra una missione impossibile, il Comune ha tutta l’intenzione di evidenziare quelle delle presunte contraddizioni da parte della Sovrintendenza nelle prese di posizione relative ai vincoli, concessi o negati, sul primo e secondo anello dello stadio Meazza. Decisioni che, guardando indietro nel tempo, non sono state sempre lineari.

Ricorso Comune Milano vincolo San Siro – Le tappe della vicenda fino a oggi

Questo porta di conseguenza la partita all’ottobre del 2019 quando l’allora sovrintendente Antonella Ranaldi, in merito al progetto di Milan e Inter di realizzare un nuovo stadio nell’area di San Siro e demolire, almeno parzialmente, il Meazza, aveva mandato un parere nell’ambito della Conferenza dei servizi in cui sosteneva che «la demolizione non è l’unica opzione per il Meazza», e invitava Comune e club a valutare «ipotesi alternative» come «l’adeguamento e la trasformazione dell’impianto» e sottolineava «il valore architettonico del secondo anello», che nel 2025 compirà 70 anni.

La Ranaldi aggiungeva che «nel caso in cui venisse davvero percorsa l’ipotesi della demolizione dovremmo chiedere il coinvolgimento della direzione generale del Ministero che dovrebbe dare un parere definitivo». Nel maggio 2020, intanto, è stato reso noto il parere firmato da Francesca Furst, presidente della commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, la quale sosteneva che le realizzazioni del secondo anello (1953-55) e del terzo (1989-90) sovrastavano il primo anello (1925-26) ed esso, pur avendo più di 70 anni, non meritava il vincolo e dunque il Meazza poteva essere demolito.

Ma la doccia fredda sul progetto di Inter e Milan arriva lo scorso agosto, quando l’attuale sovrintendente Emanuela Carpani ha rilevato che il secondo anello merita di essere vincolato e dunque il Meazza non può essere abbattuto. E qui arriva il ricorso del Comune, confermato da Sala nonostante le dimissioni del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi (grande sostenitore del vincolo stesso). «Il ricorso non lo ritiriamo, per noi era un atto dovuto, visto che eravamo convinti che il vincolo non ci stesse – ha commentato il primo cittadino di Milano -. Ma credo che il vincolo ci sarà, come ho già detto la scorsa settimana in commissione. Sgarbi o meno, credo che il vincolo rimarrà»