La famiglia di Rino Gattuso era nel mirino della criminalità organizzata. Alla base delle richieste estorsive nei loro confronti ci sarebbe stata la realizzazione di un impianto fotovoltaico per il quale la famiglia dell’ex calciatore aveva ottenuto finanziamenti pari a 80.000 euro.
Soldi su cui gli estortori avrebbero voluto mettere le mani. Il particolare emerge dalle dichiarazioni di Ida Elvira Gattuso, la sorella di Rino, oggi tecnico dell’Olympique Marsiglia. La donna è stata vittima di due gravi attentati incendiari sui quali sono state avviate indagini che hanno portato, oggi, all’arresto di due persone. Sono finiti in carcere Aldo Abbruzzese, 51 anni, ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco della criminalita’ organizzata attiva nel territorio di Corigliano Rossano, e Mustapha’ Hamil, 43 anni,residente a Schiavonea, nel Cosentino.
Le indagini – coordinate dal procuratore facente funzioni della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla e dirette dal comandante dei carabinieri della Compagnia di Corigliano Rossano Marco Filippi – hanno consentito di fare luce in breve tempo sull’incendio di due automobili in uso alla sorella dell’ex calciatore. Il primo episodio è avvenuto lo scorso ottobre quando l’Opel Adam in uso a Ida Gattuso è stata divorata dalle fiamme. L’auto era parcheggiata a ridosso della sua abitazione. La situazione fu arginata grazie all’intervento dei vigili del fuoco ma le fiamme avevano lambito anche alcune abitazioni.
In quell’occasione la donna presentò una denuncia alle forze dell’ordine raccontando l’accaduto, ma spiegando ai Carabinieri di non aver mai ricevuto alcuna pretesa estorsiva. Ma dopo pochi mesi, e precisamente il 15 dicembre scorso, fu incendiata un’altra auto in uso alla sorella di Gattuso.
Il mezzo era sempre parcheggiato nei pressi della sua abitazione e in un luogo che avrebbe potuto mettere a repentaglio anche la vita delle persone che vivono nei due palazzi vicini. Anche per questo specifico episodio la Gattuso sporse una denuncia, nella quale, pero’, manifestava il sospetto che l’atto intimidatorio fosse da ricondurre ad Aldo Abbruzzese. La donna ha riferito di avere saputo dall’ex marito che Abbruzzese aveva chiesto al padre il pagamento di 3.000,00 euro.
Motivo per cui, come riportato oggi dal Corriere della Sera, Ida era terrorizzata. «Mio padre non ha ancora pagato, Antonè — dice all’amica fidata —. Ha fatto il compleanno hollywoodiano, ha comprato la macchina ma non ha aggiustato le cose», il riferimento al padre. La cifra è stata poi saldata dallo stesso Gattuso il quale, per evitare ulteriori guai, ha mandato il suo amico factotum, Salvatore detto il Tedesco, pescivendolo di Gallarate, a portare il dovuto al boss. «Questi fanno la galera, vivono solo per quello, per onore e rispetto, se tu non glieli dai sei morto pure per cento euro… il Tedesco l’ha detto a mia zia», si preoccupa Ida, intercettata al telefono.
«Gli ho chiesto se la storia del mancato pagamento fosse vera e si è innervosito e ha negato — prosegue in un’altra conversazione — Gli ho detto di aver messo a repentaglio la mia vita… Io non ce la faccio più. Non vivo più né io né i miei figli. Ho detto a Franco (Franco Nigro, il suo ex e padre dei suoi figli, ndr) di dire ad Abbruzzese di venirli a chiedere a me», dice esasperata.
Ida è spaventata fin dal primo incendio di ottobre. «Temeva per la propria incolumità e per quella dei figli, l’espisodio l’aveva gettata nel panico», scrivono i magistrati. Lo mette nero su bianco lei stessa: «Sono agitata, da 10 giorni non dormo».
Sulla vicenda i pm non hanno dubbi: «Strategia mafiosa, controllo del territorio, cannibalizzazione delle risorse economiche e intimidazione delle vittime». Nell’incertezza Rino Gattuso ha pensato di chiudere la partita con generosità . Non 3 mila ma 5 mila euro avrebbe pagato: «Gli hanno lasciato pure il regalo, dicono», sospira Ida.