Superlega, la Commissione Ue: «Aspettiamo la sentenza spagnola»

Intanto a Bruxelles si è tenuto un incontro fra i vari ministeri per lo sport. Abodi: «Al lavoro tutti insieme per dare una chiave interpretativa e politica degli effetti della sentenza dello scorso dicembre».

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È un momento di attesa quello che si vive all’interno della Commissione europea dopo il pronunciamento da parte della Corte di Giustizia dell’Ue dello scorso 21 dicembre in merito alla riscontrata posizione di monopolio esercitata da UEFA e FIFA che ha visto esultare i sostenitori di competizioni parallele, come il caso di A22 con il progetto per una Superlega europea.

Un’attesa, quella della Commissione, che terminerà quando ci sarà il verdetto finale del Tribunale spagnolo, che ha in carico il procedimento intentato da A22 (società che porta avanti gli interessi della Superlega) contro UEFA e FIFA. Solo allora la Commissione potrà intraprendere azioni contro i due massimi organismi del calcio internazionale.

In merito, i portavoce della Commissione fanno sapere: «Siamo consapevoli del giudizio emesso dalla Corte di giustizia dell’Ue, rimaniamo in attesa sia della sentenza definitiva da parte della Corte spagnola che delle reazioni delle parti in causa. La Corte di Giustizia ha fornito un quadro generale con la sua sentenza, la Corte spagnola dovrà ora valutare se questi criteri siano stati applicati o meno. Non avrebbe senso agire prima del giudizio finale».

Certamente la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea ha portato a una serie di incontri anche dalla parte di chi vuole difendere l’attuale status quo. In questa ottica va letto l’incontro, avvenuto a Bruxelles nella giornata di ieri, tra i vari ministeri per lo sport che ha affrontato anche il tema Superlega, come conferma il ministro Andrea Abodi: «Ci stiamo coordinando con tutti i colleghi europei per assumere una posizione che non valuti la sentenza, ma che diventi, per quanto ci riguarda, una chiave interpretativa e politica degli effetti della sentenza sull’organizzazione, conoscendo i principi cardine per noi che sono accessibilità alle competizioni e tutela del modello sportivo europeo».