Poche settimane dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE), che si è pronunciata contro il monopolio che la UEFA esercita sulle competizioni calcistiche e ha messo le ali alla Superlega, l’amministratore delegato di A22 Sports Management, Bernd Reichart, ha rilasciato una lunga intervista a El Mundo Deportivo.
Reichart parte dagli obiettivi di A22 per raccontare il progetto: «Il nostro obiettivo è consentire ai club europei di creare un’alternativa e trovare una soluzione a molti dei problemi che incontrano. Se poi i club riuscissero per una volta a decidere le proprie competizioni e a non farsi gestire da terzi che dicono loro come gestire le loro competizioni in Europa, che è l’opposto di ciò a cui sono abituati i club nei loro campionati nazionali, allora avremo ottenuto qualcosa».
«Abbiamo sempre dimostrato una grande disponibilità al dialogo con tutti e abbiamo anche spiegato i progressi e gli adattamenti del progetto alla stessa UEFA a Nyon, ma penso che oggi, dopo la sentenza del 21 dicembre, tutto questo profumi di tempi nuovi e di più sovranità per i club. I club sono quelli che sostengono davvero il calcio e si assumono tutti i rischi aziendali e sono legittimati a prendere decisioni sulle proprie competizioni, che ultimamente non stanno performando al livello che potrebbero», ha aggiunto.
Superlega, 40-50 club contattati da A22
A proposito del numero di società interessate al progetto Superlega, Reichart ha spiegato che «siamo stati in contatto con tutti coloro a cui abbiamo fatto visita durante tutto l’anno, per configurare e creare quella proposta. Il nostro format si basa sullo scambio con le parti coinvolte nel calcio, in primis i quaranta o cinquanta club con cui abbiamo parlato».
Alla domanda se questi numeri siano la base giusta per partire già nella stagione 2025/26, Reichart risponde con cautela: «In questo momento non stiamo azzardando date. Vogliamo fare le cose bene. Condividiamo proposte e visioni con i tifosi: il miglior calcio d’Europa, con partite più attraenti della vecchia e della nuova Champions League e anche gratis. È una proposta importante e vogliamo fare le cose bene. Abbiamo l’ambizione di iniziare il prima possibile, ma senza speculare sulle date».
L’incrocio dei tornei con i campionati nazionali
Sul timore che i club possano riservare i migliori calciatori per la Superlega, snobbando i campionati nazionali, Reichart spiega: «Questo sta già accadendo in alcune giornate. Ci sono tornei europei e nazionali e in questo momento nessuno organizza gare. Oggi giocano già tutte le competizioni e vogliono vincerle. E in futuro ci saranno sempre tre tornei».
«La possibilità di prevedere quante partite si giocheranno in Europa permetterà di adeguare la propria rosa al doppio e triplo impegno. La Superlega non invade il calendario nazionale, si accoppia e mantiene la dinamica competitiva di qualificazione per la Superlega con una buona annata nel torneo domestico. Ciò rafforza i club che tornano con risorse economiche e i migliori talenti nel proprio campionato nazionale. Possono creare squadre migliori e mantenere, trattenere o ingaggiare talenti. E questo alimenta e rivitalizza anche il campionato nazionale», ha concluso Reichart.