Rivera porta il Milan alla Corte di Giustizia UE: «Sfruttamento d’immagine indebito»

L’ex rossonero all’attacco per l’esposizione dei suoi cimeli nel museo di San Siro.

Rivera allenatore Bari
(Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Gianni Rivera ha annunciato la sua intenzione di portare il Milan davanti alla Corte di Giustizia Europea per i diritti umani. L’ex Golden Boy sostiene che alcuni cimeli attribuiti a lui siano esposti a pagamento nelle sale del museo rossonero, ma non autentici, e che altri oggetti siano esibiti senza il suo consenso.

Il contenzioso riguarda l’utilizzo a scopo di lucro dei suoi ricordi, comprese maglie storiche e scarpini, e la gestione generale della sua immagine. Dopo una sentenza iniziale favorevole a Rivera, la Cassazione ha ribaltato il verdetto in appello, confermando il diritto del Milan di esporre i cimeli senza strumentalizzarli per altri guadagni.

“Io non ce l’ho con il Milan, ma con chi lucra sulla mia immagine da anni, senza neppure chiedere il permesso”, le sue parole a Repubblica. “L’ho scoperto per caso, e ho scoperto che la gente paga pure il biglietto. Lo ritengo uno sfruttamento d’immagine indebito, e ora mi rivolgerò alla Corte di Giustizia europea. Questi signori del sedicente museo, in realtà un paio di sale raffazzonate, parlano di interesse didattico: e allora, perché il biglietto per entrare?”.

“La verità è che fanno un sacco di soldi grazie a noi che non c’entriamo niente. Allo stadio c’è una mia bacheca con una maglia rossonera, che secondo me non è neanche autentica, e ci sono delle scarpe spacciate per mie: impossibile, perché alla fine di ogni annata le buttavo via”.

“C’è persino un busto che mi donò lo scultore Todeschini: io l’avevo lasciato a Milanello, ma tutti sapevano che era mio. Scoprii che l’avevano esposto a San Siro, perché un amico mi ha mandato delle foto. Ho anche ingaggiato un investigatore privato per vederci più chiaro. In quella specie di museo/non museo c’è anche la bacheca di Sandro Mazzola: ora lo chiamo”, ha concluso.