Serie A: «Senza Decreto Crescita meno ricavi e meno gettito per l’erario»

Ancora una volta, per la Lega, è «prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci».

Perché mettono via i palloni in Supercoppa
(Foto: Enrico Locci/Getty Images)

La notizia è arrivata nella serata di ieri, e per i club di Serie A è una vera e propria stangata. Niente proroga del Decreto Crescita fino al 29 febbraio 2024 e stop ai benefici fiscali sui nuovi contratti e sui rinnovi a partire dal 1° gennaio del nuovo anno. Una scelta che rischia di complicare e non poco la vita delle società nei prossimi tempi.

«Lega Serie A prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa circolate in serata relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga  del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi. Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito», fa sapere la Lega in una nota.

«La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario», sottolinea ancora il massimo campionato italiano.

«Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia», prosegue la Lega.

«Qualora l’esito del Consoglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto», ha chiuso la nota.