La lunga notte di Lotito: il pressing in commissione Bilancio sul Decreto Crescita

Il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia si sta scontrando con la volontà del ministro per l’Economia Giancarlo Gorgetti (Lega) che giudica la norma «un effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani».

Flaminio Lazio assessore Sport Roma
Claudio Lotito (Photo by Andrea Staccioli / Insidefoto)

Dopo aver ottenuto una vittoria per quanto riguarda la scadenza delle due rate della rottamazione quater, dal 30 novembre al 18 dicembre, Claudio Lotito si avvicina a una sconfitta politica non di poco conto che riguarda il Decreto Crescita, la norma che permette ai datori di lavoro (comprese le società di calcio) di risparmiare sullo stipendio lordo dei dipendenti, compresi i calciatori ovviamente, che rientrano in Italia dopo un soggiorno all’estero di almeno due anni.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, nonostante le strenue resistenze di Lotito in Commissione Bilancio, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, e il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, stanno spingendo per rivedere in toto il Decreto Crescita, anche per quanto riguarda il calcio, togliendo così quell’agevolazione che ha permesso a tutte le società, soprattutto le big, di poter risparmiare sulle tasse legate agli ingaggi dei calciatori provenienti dall’estero (il caso Lukaku-Roma è un esempio perfetto).

La brutta notizia viene comunicata a Lotito domenica sera, appena dopo che la sua Lazio ha ceduto il passo alla capolista Inter sotto i colpi della coppia-gol Lautaro Martinez-Thuram. Ma il piano del senatore di Forza Italia è chiaro: far rientrare, ancora una volta, i calciatori nella categoria “cervelli in fuga” che possono permettere ai datori di lavoro di accedere a un’agevolazione fiscale se riescono a farli rientrare dopo almeno due anni da un paese straniero. Andrebbe bene anche che questo privilegio lo possano conservare i giocatori che hanno stipulato contratti entro il 31 dicembre 2023. Con buona pace per gli affari futuri, ma la linea del ministro per l’Economia Giancarlo Giorgetti, appoggiato da diversi esponenti anche nel calcio, era chiaro: «Il Decreto Crescita provoca un effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani, che trovano una concorrenza impropria».

Ma Lotito non molla e all’interno della maggioranza si insinua un caso politico non di poco conto fra il trittico Forza Italia (Lotito), Fratelli d’Italia (Ciriani) e Lega (Freni). Intanto in commissione Bilancio si va avanti con i lavori per far quadrare i conti prima della pausa natalizia e affidare la Manovra completa alle camere per la votazione che deve dare il via libera prima della fine dell’anno. I lavori vanno avanti fino a mattina, alle 7, con Lotito che si è appisolato un po’ di volte. Ma non era un brutto sogno: questa battaglia politica, a meno di colpi di coda che avrebbero del clamoroso, è stata persa. Il Decreto Crescita per i calciatori non sarà più valido. Ma, come nelle grandi trattative di calciomercato, la parola fine si dice quando sull’orologio il countdown è finito, e Lotito ha ancora qualche istante per provare a portare a casa almeno un pareggio.