Dopo le terribili scene di violenza della scorsa settimana, martedì ricomincerà il campionato in Turchia. Il torneo era stato sospeso a seguito della brutale aggressione da parte del presidente dell’Ankaragucu Faruk Koca nei confronti dell’arbitro Halil Umut Meler. Il direttore di gara è stato colpito con un pugno e successivamente preso a calci da altre persone intervenute nel parapiglia che si era creato sul campo.
Nel frattempo, per Koca è arrivata l’inevitabile mano pesante della Federcalcio turca: è squalifica a vita. Oltre ad essere stato arrestato insieme ad altre due persone, Koca si è dimesso dal suo incarico. Non solo: al club che si è «scusato con i tifosi e con l’intera comunità sportiva per questo triste incidente» è stata comminata una multa di 60mila euro, più cinque partite da disputare a porte chiuse all’Eryaman Stadyumu.
Da martedì 19 dicembre il pallone tornerà a muoversi, dopo la decisione di sospendere tutte le partite. Anche gli arbitri avevano annunciato il loro stop «finché non saranno prese decisioni adeguate in risposta alla violenza». Una mossa decisa nelle ore immediatamente successive all’episodio che ha scioccato tutto il Paese, compreso il presidente Erdogan, che aveva pubblicamente augurato una pronta guarigione a Meler.
Il nome di Koca, per giunta, era circolato anche come possibile candidato sindaco di Ankara del 31 marzo, con il partito Akp, il cui il leder è proprio Erdogan. Lo stesso aveva fatto notizia, nel settembre del 2022, per aver giustificato un tifoso che fece invasione e prese a calci un avversario: sosteneva che la responsabilità fosse degli errori commessi dall’arbitro.
Nel weekend il campionato resterà ancora fermo, ma ripartirà con il turno infrasettimanale, in quella che sarà la penultima giornata dell’anno. Quello di Koca non è il primo episodio che scuote la Turchia calcistica: basterebbe citare gli spari verso il bus del Fenerbahce del 2015, o le risse nei match Bursaspor e Amedspor (marzo 2023) o la bandierina spaccata in testa al portiere durante Göztepe-Altay.