Blocco totale o "liberi tutti"? Cosa dice la risoluzione sul geo-blocking

Cosa dice e cosa significa il testo adottato dal Parlamento europeo nella giornata di ieri. Tra i temi, anche gli eventi sportivi in diretta.

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Il mondo del calcio e dello sport in generale hanno guardato con interesse al Parlamento europeo nella giornata di ieri. Tra i temi centrali di cui si è discusso in seno all’organo legislativo dell’Ue c’è stato anche quello del geo-blocking. Si tratta del cosiddetto “blocco geografico”, che limita l’accesso ad alcuni servizi in base alla posizione dei cittadini all’interno degli Stati dell’Unione europea.

Per attenuare questi limiti, nel 2018 è stato varato un regolamento apposito, che ora il Parlamento europeo sta cercando di estendere a nuovi settori al fine di mitigare gli effetti negativi del geo-blocking. La Commissione europea – organo di governo dell’Ue – dovrà stilare un nuovo regolamento sul tema entro il 2025, motivo per cui il Parlamento ha deciso di adottare una risoluzione al fine di evidenziare i limiti delle norme attuali e indirizzare i lavori della Commissione stessa.

Geo-blocking calcio – Cos’è una risoluzione del Parlamento

Tra le richieste presentate nel testo della risoluzione c’è anche quella di una maggiore apertura tra gli Stati membri nei confronti dei servizi audiovisivi, e dunque offerte di contenuti in streaming, dai cataloghi di film e serie tv agli eventi sportivi in diretta. Da qui le fughe in avanti sulle ipotesi di un’apertura totale del mercato interno, con l’idea che da un giorno all’altro un cittadino italiano (per fare un esempio) possa “eludere” lecitamente l’assegnazione dei diritti tv della Serie A nel Paese, abbonandosi a un servizio estero per seguire il campionato a prezzi contenuti.

Nessun via libera è arrivato in tal senso, ma d’altra parte neanche un blocco totale sugli eventi sportivi. Ma per capire la portata del voto di ieri bisogna partire dal significato di “risoluzione”. Si tratta di un atto adottato dal Parlamento europeo, che si pronuncia all’unanimità sul rapporto presentatogli da una delle sue Commissioni. La risoluzione ha la portata di una raccomandazione, ossia atti non vincolanti. La rilevanza politica di questi atti è notevole, ma ciò non significa che la Commissione europea sia vincolata al rispetto delle indicazioni che vengono fornite.

Geo-blocking calcio – Cosa dice il testo del documento

Questo punto è centrale per dare il giusto peso alla votazione di ieri, ma cosa ha votato esattamene il Parlamento europeo? Ci concentreremo qui in particolare sulla questione dei contenuti audiovisivi, tra i quali gli eventi sportivi in diretta. Come si legge nel documento depositato, l’organo legislativo «accoglie con favore i progressi compiuti in termini di disponibilità in tutti i cataloghi di musica, e-book, videogiochi e prodotti e servizi software, sia nel quadro di abbonamenti che di singole transazioni; ricorda che i blocchi geografici nel settore librario non sono una preoccupazione per la grande maggioranza dei consumatori».

Tuttavia, allo stesso tempo «deplora i miglioramenti limitati per quanto concerne la disponibilità in tutti i cataloghi di contenuti audiovisivo e di manifestazioni sportive in diretta, che contribuiscono alla percezione da parte dei consumatori che il settore dei servizi audiovisivi applichi il livello più elevato di blocchi geografici; riconosce l’effetto particolarmente negativo delle pratiche di blocco geografico sui cittadini che vivono nelle regioni frontaliere o appartenenti a minoranze linguistiche».

Questa parte del testo sottolinea dunque i limiti del regolamento sugli eventi sportivi in diretta, e lo fa in particolare nei confronti di cittadini che vivono in regioni frontaliere o appartenenti a minoranze linguistiche. Tanto che «ritiene importante riconoscere che la continua modernizzazione e il costante adattamento dei modelli di business del settore dei servizi audiovisivi alle nuove aspettative dei consumatori in termini di accessibilità economica, flessibilità e qualità contenutistica potrebbero essere più efficaci che ostacolare l’uso efficiente» di strumenti non leciti «utilizzati dai consumatori per evitare le restrizioni dovute ai blocchi geografici». Un passaggio che fa capire come una maggiore apertura su questo fronte possa ostacolare in maniera più efficace la pirateria.

Inoltre, pur compiacendosi del fatto che la Commissione abbia avviato il dialogo con le parti interessate sull’accesso ai contenuti audiovisivi e sulla loro disponibilità nell’intera Unione europea, il Parlamento «ricorda che lo scopo del dialogo era quello di stabilire misure specifiche per migliorare l’accesso ai contenuti audiovisivi e la loro disponibilità a livello transfrontaliero e definire obiettivi specifici al riguardo; deplora che ad oggi il dialogo con le parti interessate non abbia sortito una chiara tabella di marcia che delinei in modo dettagliato come migliorare l’accesso ai contenuti audiovisivi e la loro disponibilità a livello transfrontaliero».

Per questo motivo, l’organo «invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a valutare attentamente tutte le opzioni che ridurranno gli ostacoli ingiustificati in termini di blocchi geografici per l’accesso ai servizi audiovisivi e alle manifestazioni sportive, tenendo conto nel contempo del potenziale impatto sulla diversità dei modelli di business e sui finanziamenti disponibili per il settore creativo».

In sostanza, pur conscio della necessità di una maggiore apertura, il Parlamento chiede che vengano comunque effettuate valutazioni per evitare di stravolgere modelli di business che – se pensiamo ad esempio al settore calcistico – sono comuni a molti Stati membri e si basano prevalentemente su un’esclusività territoriale.

Geo-blocking calcio – Gli inviti alla Commissione verso il 2025

Pertanto, in questo contesto, il Parlamento invita la Commissione «a proporre soluzioni concrete che permettano ai consumatori, in particolare ai cittadini che vivono in regioni transfrontaliere o appartenenti a minoranze linguistiche, di accedere legalmente ai diversi contenuti dei cataloghi transfrontalieri; ricorda che la Commissione è tenuta a presentare una relazione sulla valutazione del regolamento sui blocchi geografici, riconoscendo al contempo la necessità di un’ulteriore valutazione del potenziale impatto sulle dinamiche complessive del settore audiovisivo a garanzia di modelli di business sostenibili per gli operatori economici».

Non solo, l’organo «raccomanda che, in ragione della sua complessità ascrivibile a fattori quali la diversità dei contenuti, i fornitori, i modelli di business, le preferenze dei consumatori, le modalità di concessione delle licenze e delle complesse catene del valore, la Commissione prenda in considerazione un approccio graduale, puntando individualmente su determinati modelli e tipologie di distribuzione del settore audiovisivo e raccolga maggiori evidenze prima di adottare ulteriori misure, garantendo nel contempo termini realistici per qualsiasi potenziale cambiamento che consenta ai fornitori di servizi audiovisivi di adattare opportunamente i loro modelli aziendali alle nuove norme e permetta di preservare la diversità culturale e la qualità dei contenuti».