I contributi dello Stato a Fiat: dal 1975 oltre 220 miliardi di euro

Ecco a quanto ammonta la cifra dei contributi statali garantiti per Fiat negli ultimi anni.

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Fiat auto grigie
Il logo di Fiat (Image credit: Depositphotos)

«Nella nostra storia non abbiamo mai avuto nessun bisogno di avere lo Stato nel nostro capitale. Gli Stati entrano nelle imprese quando vanno male e Stellantis va molto bene». Parola del presidente di Stellantis John Elkann, che alcuni mesi fa aveva risposto così a proposito di un eventuale ingresso dello Stato italiano attraverso Cdp.

Tuttavia, sottolinea Il Giornale, nonostante l’azienda non abbia mai avuto la necessità di far entrare lo Stato italiano nel suo capitale, diverse forme di sostegno pubblico sono affluite a Fiat e, successivamente, a Stellantis, la società nata dalla fusione di Fca con la francese Psa.

Secondo una analisi di Federcontribuenti del 2012, prosegue il quotidiano, dal 1975 la società «ha ottenuto dallo Stato italiano l’incredibile somma di 220 miliardi di euro tra varie casse integrazioni, prepensionamenti, rottamazioni, nuovi stabilimenti in gran parte finanziati con risorse pubbliche e contributi statali sotto varia forma». Contributi diretti a un gruppo come Fiat, che al suo massimo dava lavoro a 190mila dipendenti (oltre a un indotto almeno doppio), produceva in 188 stabilimenti ed esportava made in Italy in almeno 50 paesi.

Il baricentro tuttavia si è spostato con gli anni sempre più lontano dall’Italia, ma gli interventi statali non si sono fermati, considerando ad esempio linea di credito da 6,3 miliardi concessa durante la pandemia con garanzia Sace, che poi è stata restituita anticipatamente nel 2022.

Tuttavia, la produzione non ha ancora raggiunto i livelli pre-Covid, e il gruppo ha licenziato quasi 8.000 lavoratori dal 2021. Secondo alcune analisi, l’Italia è diventata meno centrale nella produzione dopo la fusione. Nonostante ciò, il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha chiesto nuovi sussidi, mentre il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha sottolineato che gli incentivi precedenti sono stati utilizzati principalmente per auto prodotte fuori dall’Italia.