Affare Mandragora con la Juve: Udinese indagata per falso in bilancio ed evasione

Lo scorso 3 novembre la Guardia di Finanza ha acquisito nuove documentazioni nella sede del club di proprietà della famiglia Pozzo.

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Rolando Mandragora (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Le indagini sui conti della Juventus, e le relative operazioni di mercato incrociate con altri club, anche italiani, continuano a essere nel mirino degli inquirenti che stanno passando al setaccio tutti i documenti relativi a operazioni considerate, in sede di calciomercato, sospette.

Come riporta l’edizione odierna del Messaggero Veneto, la Procura di Udine ha messo nel mirino l’affare che ha portato Rolando Mandragora dalla Juventus all’Udinese nel 2018 per 20 milioni di euro. Ora il centrocampista milita nella Fiorentina che l’ha acquistato dalla Juve nell’estate del 2022 per 8,2 milioni di euro più 1 di bonus. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti, e riportata nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Lucia Terzariol, prendono in considerazione tre diversi reati: falso in bilancio, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza e dichiarazione fraudolenta mediante documenti falsi. L’indagine si trova ancora in una fase preliminare.

Sono state le perquisizioni condotte dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, lo scorso 3 novembre, nella sede dell’Udinese, a precisare i contorni della nuova indagine sulle presunte plusvalenze maturate nei bilanci di alcune società sportive, partita da Torino e diramatasi poi nelle città d’Italia che ospitano le altre squadre coinvolte. Da GenovaBergamo, ModenaCagliari, mentre a Bologna l’indagine è stata archiviata ed era relativa all’affare Orsolini. Senza dimenticare il filone principale che è stato spostato dal capoluogo piemontese a Roma.

Il decreto è stato notificato al presidente dell’Udinese Franco Soldati e il vicepresidente Stefano Campoccia, e alla stessa società, che il magistrato inquirente ha ritenuto di iscrivere sul registro degli indagati. A monte, l’operazione – che la Procura precisa essere stata trattata e concordata con i dirigenti della Juventus da Campoccia – con cui l’Udinese avrebbe esposto nel bilancio al 30 giugno 2009 «fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero».

Il falso, in tesi accusatoria, sarebbe rappresentato dall’iscrizione nelle immobilizzazioni materiali di un valore di 20 milioni di euro riferito ai diritti sportivi legati all’acquisto di Mandragora «non spettante», e dalla rappresentazione nel conto economico di ammortamenti riferiti allo stesso giocatore a loro volta «non spettanti». Secondo gli inquirenti a non quadrare sarebbe stato il patto sottoscritto dai club: non un accordo con “diritto di recompra”, in cui alla cessione di un giocatore si accompagna la riserva del diritto di riacquistarlo in una fase successiva e di prelazione in caso di altre offerte, bensì con obbligo irrevocabile della Juventus a esercitare il diritto di opzione per riacquistare a titolo definitivo Mandragora dalla stagione 2020/2021. E ovviamente questo avvenne, con pagamento di 20 milioni di euro.

Da qui, inoltre, nasce l’ipotesi dell’evasione fiscale, visto che nel frattempo l’Udinese aveva comunque indicato nella dichiarazione dei redditi (quella presentata il 31 marzo 2020) la detrazione delle quote di ammortamento, pari a complessivi 6,6 milioni di euro, relative appunto alla compravendita di Mandragora. Secondo la Procura, considerato il sostanziale azzeramento economico dell’operazione, si tratterebbe di elementi passivi fittizi da cui sarebbe derivata un’imposta evasa per quasi 1,6 milioni di euro.

«Un’attività dovuta, dopo che i colleghi di Torino ci hanno trasmesso gli atti di nostra competenza territoriale – spiega il procuratore capo di Udine, Massimo Lia –. Le perquisizioni sono servite ad acquisire i dati necessari a capire come, contabilmente, l’operazione sia stata gestita e accertare così se ed eventualmente quali reati contestare». L’avvocato Maurizio Conti, che difende Soldati, non ha dubbi sulla correttezza delle condotte: «L’operazione di cessione dei diritti sportivi è regolare e tutte le appostazioni contabili riflettono movimenti di denaro realmente avvenuti». Nessuna dichiarazione, invece, dall’Udinese, che è difesa dall’avvocato Maurizio Miculan, e neppure dal suo vicepresidente Campoccia.