Inter, quanto costa l’opzione sull’area per lo stadio a Rozzano

Dal club nerazzurro una risposta dopo le perplessità di Sala della giornata di ieri a proposito della volontà di lasciare Milano per i nuovi stadi.

Seconda squadra Inter
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

E’ un momento molto caldo per quanto riguarda il tema stadio a Milano. Nel consiglio comunale che si è tenuto nella giornata di ieri è stato approvato un documento che chiede al sindaco di Milano Giuseppe Sala di convocare Inter e Milan, di fare tutto il possibile per mantenere i due club a Milano e di intraprendere un percorso per la rigenerazione dell’area stadio San Siro a prescindere dall’ipotesi progettuale.

L’Inter si è mossa con la Regione Lombardia per la presentazione del progetto al presidente Attilio Fontana, il quale ha definito il piano come «un’ottima proposta». Nel frattempo, il Milan prosegue a lavorare con San Donato e – nonostante l’affiancamento di entrambi i club al Comune sul ricorso contro il vincolo sul secondo anello – l’opzione di restare a San Siro si allontana ogni giorno di più.

Tanto che lo stesso Sala, nella giornata di ieri, si è esposto in maniera abbastanza netta: «Le società possono legittimamente andare a fare lo stadio dove ritengono, io personalmente ritengo che sia un errore clamoroso per le società non fare lo stadio a Milano. Credo che uno stadio fuori Milano sia ingestibile perché io non so quanti vigili ha Rozzano, come fa a schierare 100 vigili quando c’è la partita? Secondo me si stanno raccontando anche un sacco di frottole».

Proprio a causa dei toni, secondo quanto riporta Il Giornale, l’appello di Sala ha incassato l’effetto opposto: fonti Inter fanno sapere che già oggi le società pagano il servizio straordinario dei vigili durante i match e non è un tema ostativo, potrebbero “arruolarli” da Assago o da Milano, sarebbe frutto di accordi. E davanti all’accusa di “frottole” rimarcano che ci sono già contratti e ingenti risorse economiche impegnate sul progetto Rozzano, l’opzione sulle aree Cabassi che scadrà ad aprile prevede una “cauzione” di 1-1,5 milioni di euro.