Covisoc addio? C’è chi vuole un ente indipendente come in Spagna

Una riforma simile a quella avvenuta in Spagna nel 2012, con la creazione di una commissione finanziaria terza, che faccia da filtro e che controlli i budget a priori.

Tempo effettivo sperimentazione
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Germana Panzironi è il nuovo presidente della Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche. Nel corso del consiglio federale che si è tenuto nella giornata di ieri, la FIGC presieduta da Gabriele Gravina l’ha nominata all’unanimità con i voti di quasi tutti i componenti. Ne mancava uno, quello del patron della Lazio Claudio Lotito.

Per Gravina si tratta di un risultato importante, arrivato – stando a quanto riporta il quotidiano La Verità – tra le polemiche di diversi club di Serie A e Serie B che hanno avuto a che fare con la Panzironi in passato, in particolare quando era giudice sportivo.

Panzironi è l’attuale presidente del TAR Abruzzo, ma in passato è stata anche capo di gabinetto di importanti ministeri. L’incarico a presidente della Covisoc di un magistrato amministrativo rischia di compromettere l’imparzialità della commissione che valuta il processo di ammissione delle società di calcio ai campionati. I ricorsi contro i provvedimenti, infatti, finiscono proprio al TAR.

Il punto ora sarà quindi tenere a bada le squadre di calcio che sono già sul piede di guerra. La nomina della Panzironi, infatti, oltre a presentare potenziali conflitti di interesse (è presidente del TAR dell’Abruzzo dove potrebbero arrivare anche ricorsi contro i provvedimenti del Covisoc), sancisce di nuovo lo sbilanciamento dei poteri interni al consiglio federale FIGC, dove le squadre di Serie A e Serie B vantano meno voti rispetto a quelle dilettanti e persino all’associazione calciatori.

Le due leghe italiane non hanno neppure potere di veto e si ritrovano così in balia di decisioni che arrivano spesso dal basso. Per questo motivo, il caso Panzironi potrebbe aprire una breccia e convincere le società calcistiche a proporre un ente terzo, al posto della Covisoc, per valutare i bilanci dei club.

Una riforma simile a quella avvenuta in Spagna nel 2012, con la creazione di una commissione finanziaria terza, che faccia da filtro e che controlli i budget a priori. Al momento è solo un’ipotesi, ma permetterebbe ai club di sganciarsi dalla morsa della Federcalcio. E soprattutto di avere degli esperti contabili a valutare i bilanci, non solo dei magistrati amministrativisti.

Il sistema era stato introdotto appunto dieci anni fa in Spagna, dopo che il governo e i club di prima e seconda divisione si erano accordati per ridurre il debito delle società di calcio professionistiche verso il Fisco. Dopo la crisi economica le cifre erano diventate insostenibili. La Liga aveva provato a introdurre già nel 2010 il controllo economico UEFA ma avveniva a posteriori, mentre invece serviva un’analisi prima ancora dell’iscrizione ai campionati di calcio.

Il Barcellona, tra i club più indebitati del mondo, ne è un esempio, dal momento che se non dovesse funzionare il piano di rientro economico nei prossimi anni rischierebbe il fallimento. Il meccanismo spagnolo prevede che prima dell’inizio della stagione, tra aprile e maggio, ogni club si impegni a discutere con la Liga le previsioni della stagione successiva. In pratica le squadre presentano una previsione di costi e ricavi. E il meccanismo – al netto di alcune storture particolari – sembra funzionare.

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