Abodi: «Indebolire il calcio è un danno per tutto il sistema sportivo»

Le parole del ministro dello sport: «In Italia viviamo in un modello nel quale il finanziamento pubblico allo sport è legato al 32% della fiscalità generata dal nostro sistema sportivo e il calcio è il primo contribuente».

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Andrea Abodi (Foto: Mirco Lazzari gp/Getty Images)

“Se noi indeboliamo il calcio perché lo riteniamo non meritevole delle nostre attenzione, noi stiamo facendo un danno al sistema sportivo. In Italia viviamo in un modello nel quale il finanziamento pubblico allo sport è legato al 32% della fiscalità generata dal nostro sistema sportivo nell’anno precedente con un minimo garantito di 410 milioni ed il calcio è il primo contribuente di questo 32%”. Lo ha detto il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi nel corso di “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa”, piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell’impresa, promossa da PwC Italia.

“La ludopatia? Voglio fare alcune considerazioni di premessa. Proprio per l’impatto sociale di questa dipendenza che si associa ad altro, bisogna affrontarla con metodo. Primo elemento, avidità e azzardo non vanno sullo stesso piano. Secondo elemento, va fatta differenza tra lecito e illecito. I siti legali hanno una concessione da parte dello Stato, sono tracciate e contingentate”.

“Il calciatore non può scommettere sul calcio, quello che è successo in queste settimane è che non solo scommettono, ma anche su siti illegali. Su quelli illegali non possono perché devi dare il codice fiscale e vieni identificato. Non ho la formula magica, per contrastare questa patologia oltre la prevenzione dobbiamo cercare di proteggere ciò che è legale da ciò che illegale”