La mossa di Stellantis: spinge 15mila esodi volontari via mail

Il “parco impiegati” interessato alla proposta costituisce un segmento che, negli ambienti sindacali, è ribattezzato “lavoratori forti”.

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(Foto: ufficio stampa Stellantis)

Non lo sapevano i lavoratori, che l’hanno letto sulla posta elettronica, e non lo sapevano neppure i sindacati. Ma a non essere per nulla informati pare siano stati anche i responsabili italiani di Stellantis, irritati dalla situazione verso la dirigenza francese. La è stata anticipata da Il Corriere della Sera: il 3 novembre il gruppo franco-italiano, partecipato dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann, ha inviato una mail ad almeno 15 mila impiegati degli stabilimenti italiani, proponendo incentivi per l’uscita dal lavoro.

Una chance da prendere al volo, entro il prossimo 31 dicembre. Il numero di dipendenti interessati non è ancora stato confermato, mentre nessuno smentisce invece la veridicità dell’iniziativa. Il “parco impiegati” interessato alla proposta costituisce un segmento che, negli ambienti sindacali, è ribattezzato “lavoratori forti”: cioè impiegati non così vicini alla soglia della pensione, con contributi versati per almeno 30-35 anni e qualche possibilità di trovare nuove collocazioni.

Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva promesso una rapida intesa con Stellantis entro lo scorso luglio per garantire la risalita a un milione di auto prodotte all’anno. Tutto è però slittato, almeno negli annunci, a fine anno anche se ancora ieri, Urso ha commentato: «Mi auguro di annunciare nelle prossime settimane l’accordo con Stellantis».

Adesso, però, la nuova mossa unilaterale, con la notizia delle mail agli impiegati italiani del gruppo e negli stessi giorni in cui sempre i vertici di Stellantis avevano chiesto ai loro fornitori della componentistica di collocare la produzione destinata agli stabilimenti italiani in Paesi low cost (Serbia, Marocco, Tunisia e area asiatica).