Scommesse, Branchini: «Non è giusto identificare tutti i giocatori come ludopatici»

Il procuratore di Massimiliano Allegri ha aggiunto: «Le società sono vittime di quei problemi che in sede di Lega non affrontano perché troppo impegnate a farsi guerra tra di loro o al presidente della Federazione».

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Giovanni Branchini (Photo by Alexander Hassenstein/Bongarts/Getty Images)

La Juventus è riuscita a espugnare San Siro superando il Milan per 1-0 grazie alle rete dell’ex di turno Manuel Locatelli. Ma in casa bianconera tiene ancora banco il caso scommesse che ha portato alla squalifica di sette mesi, più cinque di pena alternativa, di Nicolò Fagioli, presente in tribuna ieri sera al Meazza.

A “La politica nel pallone” su Rai Gr Parlamento, trasmissione condotta da Emilio Mancuso, il procuratore Giovanni Branchini, che tra gli altri rappresenta Allegri, ha dichiarato: «Credo che si debba distinguere: una cosa è condizionare dei risultati per avere un vantaggio nell’ambito delle scommesse e un’altra è scommettere. I ragazzi vanno aiutati, magari facendoli guadagnare in maniera progressiva quando sono più maturi. Io non credo che la risposta sia identificare tutti come ludopatici perché si fa un torto al buonsenso delle persone. La realtà è che sono ragazzi con grandi disponibilità economica e di tempo e se ne stanno con i loro tablet. Le società sono vittime di quei problemi che in sede di Lega non affrontano perché troppo impegnate a farsi guerra tra di loro o al presidente della Federazione. Bisognerebbe allontanarsi da certe chimere ed essere presenti nella quotidianità».

Sulla vittoria di ieri in casa del Milan: «C’è molto di Allegri in questa nuova Juventus, ma molto anche della scelta di partecipare con la squadra B alla Lega Pro. Oggi la Juve è un mix di giocatori affermati, acquisti più o meno azzeccati e un gruppo di giovani che sta dimostrando di avere grandi potenzialità. In tutto questo la mano del tecnico è indispensabile. Juve senza coppe? Per molti alla lunga è un vantaggio fisico, si vedrà probabilmente a marzo o aprile. Io credo che alla lunga tutti i fattori esterni si annullino, il risultato finale rispecchia i valori delle squadre. Allegri furioso? Lui è sempre stato lo stesso, gli allenatori riescono a esprimersi a seconda degli organici che hanno. L’esperienza gli ha consigliato di andare sopra le righe per non far prendere rischi a fine partita alla squadra. Se conosco Allegri e la mentalità Juventus non si monteranno la testa. Per la Juve è importante vedere di poter competere con le migliori squadre del campionato».