Il sospetto della Procura: accordi sui cartellini dietro le scommesse

Se dall’analisi dei dispositivi mobili dei giocatori si dimostrasse che alcune partite sono state “truccate”, il reato sarebbe molto più grave.

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(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Le indagini sul caso scommesse, sia della Procura di Torino che di quella Federale, stanno continuando con il setaccio attento di tutte le informazioni trovate sui dispositivi mobili appartenenti a Sandro Tonali e a Nicolò Zaniolo.

In particolare, secondo quanto riporta La Repubblica, gli inquirenti stanno focalizzando la propria attenzione su prove che possano portare a partite truccate, ma che non riguardano i risultati. Il riferimento è ad ammonizioni sospette, sempre soggette a puntate spropositate. Infatti, c’è il dubbio che dietro alle scommesse sportive sui siti illegali ci possano essere state anche partite “pilotate” tramite accordi tra calciatori sui cartellini da prendere. Vincite facili, insomma, per ripianare perdite ingenti dalle puntate precedenti.

Gli inquirenti non hanno scartato l’ipotesi che gli indagati, Fagioli, Tonali e Zaniolo, abbiano commesso anche il reato di frode sportiva, oltre a quello di “esercizio abusivo di scommessa”. Si cercano prove e riscontri anche dalle chat e dai dati contenuti nei telefoni sequestrati a Tonali e Zaniolo, visto che quelle di Fagioli sono già state esaustivamente analizzate. Nella giornata di ieri è cominciata l’analisi delle copie forensi di tablet e cellulari che sono state fatte con i sequestri, giovedì, nel blitz a Coverciano.