Calcagno (AIC): «Non possiamo risolvere il problema scommesse da soli»

«Il controllo sui comportamenti personali non si può spingere troppo, da soli ripeto che non si può risolvere il problema», ha detto il presidente dell’Assocalciatori.

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Umberto Calcagno, Aic (foto Master Group Sport)

«Sono molto dispiaciuto, perché in queste giornate si è puntato tanto il dito su questi ragazzi, mentre penso che il mondo del calcio e il sistema sportivo non possa essere lasciato da solo di fronte a problematiche di ragazzi di 20 anni, il problema è molto più ampio». Queste le parole di Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.

Il numero uno dell’AIC è intervenuto questo pomeriggio a “La Politica nel Pallone”, storica trasmissione radiofonica della Rai condotta e curata da Emilio Mancuso e giunta alla sua ventunesima stagione. Calcagno ha parlato del nuovo scandalo legato alle scommesse che ha coinvolto alcuni giocatori, tra i quali il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli e l’ex Milan Sandro Tonali.

«Non si parla di illeciti ma di giocate che non hanno inciso sulla regolarità degli incontri fino ad oggi a nostra conoscenza. Dobbiamo anche dire quanto il nostro sistema ha già fatto tanto, con norme e sanzioni molti forti. Siamo anche un sistema che in questi ultimi decenni ha fatto tanta formazione, anche nei ritiri delle squadre. Incontri dell’Integrity Tour e gli incontri estivi, ma evidentemente averli informati non è bastato per creare degli anticorpi, ma il sistema ha fatto veramente tanto ma il mondo del calcio da solo non può risolvere questo», ha aggiunto Calcagno.

«Il ministro Abodi, da ex presidente della Serie B si rende bene conto di quanto abbiamo fatto in questi anni e ci dobbiamo interrogare su quanto in più si deve fare. La risposta di Bari è stata quella più bella, dimostra che c’è ancora fame e voglia di Nazionale. È stata una esperienza molto bella», aggiunge a proposito dei giorni vissuti dalla Nazionale a Coverciano.

«A questi ragazzi dobbiamo stare vicini, accompagnarli, Fagioli ha già riconosciuto di aver sbagliato precisando sempre che non si tratta di illeciti. Poi è facile puntare il dito sui calciatori. Il controllo sui comportamenti personali non si può spingere troppo, da soli ripeto che non si può risolvere il problema. Non credo oggi faccia bene cercare le responsabilità, sono ragazzi che sanno di aver sbagliato e in realtà andrebbero formati con un ragionamento che va al di là del mondo del calcio», ha concluso il numero uno dell’AIC.