HMRC (il dipartimento governativo non ministeriale del Regno Unito responsabile per la riscossione delle imposte) ha chiesto ai club della Premier League inglese il rimborso di tasse non pagate per 124,8 milioni di sterline (144 milioni di euro) in relazione al più recente anno fiscale. Secondo i dati compilati dal gruppo di contabilità UHY Hacker Young, si tratta di più del doppio dei 58,7 milioni di sterline dichiarati l’anno precedente.
L’importo è relativo a pagamenti che includono l’assicurazione nazionale sugli onorari degli agenti e sui diritti d’immagine, nonché le tasse sui benefit. Questi comprendono gli accordi raggiunti dai club per i giocatori e le loro famiglie, compresi voli e hotel. In precedenza, era stato suggerito che le squadre della Premier League avessero evitato di pagare 250 milioni di sterline di tasse utilizzando contratti di doppia rappresentanza al pagamento degli agenti.
Secondo Tax Policy Associates, la doppia rappresentanza – spiega il Daily Mail – consente ai club e agli agenti di evitare le tasse sul lavoro e l’IVA sulle ingenti commissioni pagate ai procuratori sportivi nei trasferimenti e nei contratti. Questa prevede che un agente riceva pagamenti per agire sia per conto del club che per il calciatore, anziché esclusivamente per il giocatore rappresentato.
Gli onorari pagati agli agenti sfuggono all’imposta sul reddito, alla previdenza sociale e all’IVA quando la somma viene pagata dal club. Dopo la notizia della denuncia da parte dell’HMRC, Elliott Buss di UHY Hacker Young ha spiegato: «L’HMRC ha nel mirino gli affari fiscali di questi club. La quota crescente degli onorari degli agenti pagati dai club attira l’attenzione del fisco sulla possibilità che non tutte le tasse dovute su questi pagamenti vengano versate».
Da parte sua, l’HMRC ha fatto sapere attraverso una nota che «continueremo a esaminare attentamente gli accordi tra club, giocatori e agenti per garantire che vengano pagate le tasse corrette. Lavoriamo a stretto contatto con l’industria del calcio per educare e affrontare i rischi fiscali in modo diretto».