La questione San Siro continua a tenere banco, tra Inter e Milan da un lato e il Comune dall’altro: entrambi chiedono risposte alle proprie domande, e il risultato è una fase di pieno stallo. Dopo che i rossoneri hanno messo il turbo sul piano San Donato (e i nerazzurri sull’opzione Rozzano) ma allo stesso tempo non hanno chiuso quantomeno ufficialmente le porte al piano A di un impianto a Milano, ora la palla – scrive La Repubblica – è di nuovo nelle mani nel Comune.
Ai vertici di Palazzo Marino non sono pochi coloro che hanno perso la pazienza (così come, del resto, anche ai vertici dei due club) e hanno la tentazione di chiudere la porta. La formula è semplice: con l’arrivo del vincolo è cambiato tutto e la procedura apparecchiata fino ad ora non sta più in piedi. Ma ancora si lavora per capire come tentare l’ardua missione di far restare almeno una delle due squadre nell’orbita del Meazza.
Per l’ 11 ottobre è stata convocata una Commissione consiliare ad hoc a cui parteciperà anche il sindaco. Obiettivo: trovare almeno un’intesa interna per capire cosa dire alle squadre. Intanto i due consiglieri dei verdi Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara, insieme all’ex assessore e capogruppo della lista Sala Gabriele Rabaiotti, hanno messo a punto una mozione che dice a sindaco e giunta di giocarsi la partita in attacco. La bozza per ora chiede di «indire un bando internazionale per la raccolta di manifestazioni di interesse sull’esempio di Reinventig cities» che abbia «come finalità la riqualificazione dello stadio Meazza e del comparto circostante» e in cui «sia prevista la possibilità di una destinazione diversa da quella sportiva, lasciando piena libertà anche a ipotesi di rifunzionalizzazione del Meazza, purché coerenti con il vincolo».
Nel testo, sul quale la maggioranza sta discutendo, non si preclude esplicitamente a Inter e Milan la costruzione di una nuova arena nell’area San Siro. Ed è questo particolare che invoglierebbe anche il Pd a votare la mozione. Il capogruppo del Pd Filippo Barberis spiega che «la nostra volontà è di mantenere entrambe le squadre nell’area di San Siro facendo sì che il vincolo non precluda la possibilità ai club di costruire lì il nuovo stadio».
L’auspicio dem è che le squadre costruiscano un nuovo impianto per le partite ma nel progetto di riqualificazione del quartiere inseriscano anche una rifunzionalizzazione del vecchio. Missione impossibile, per come stanno andando ora le cose. Intanto, l’Inter nell’ultima lettera inviata al Comune chiede di accelerare sul quel referendum che i Comitati hanno chiesto proprio per affossare il progetto del nuovo stadio.
Un paradosso con logica: se la città si esprimesse per la costruzione di una nuova arena, i club avrebbero in mano uno strumento politico per fare “pressing” sulla Sovrintendenza affinché smussi le sue posizioni. Detto ciò, per far ripartire la macchina referendaria serve un bando che rimpiazzi il membro del collegio dei Garanti che ha dato le dimissioni. Diversamente è tutto fermo.
«Ci sono voluti due anni perché qualcuno si convincesse che i cittadini e le cittadine hanno il diritto di esprimersi sulla cessione e trasformazione dei beni pubblici» . I portavoce del Comitato per il Referendum San Siro plaudono dunque alla proposta nerazzurra, «talmente tardiva da sembrare strumentale».