Abodi: «Audio VAR in tv contro cultura del sospetto e complotto»

Il ministro per lo Sport e per i Giovani ha commentato anche l’introduzione dello sport in Costituzione, la prossima riforma della giustizia sportiva e l’aggiornamento della Legge Melandri sui diritti audiovisivi».

Abodi
Andrea Abodi (Image credit: Depositphotos)

Queso pomeriggio il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, è intervenuto a “La politica nel pallone”, storica trasmissione radiofonica della Rai condotta e curata da Emilio Mancuso e giunta alla sua ventesima stagione. Tanti i temi affrontati, dal più recente, la messa in onda dei dialoghi fra arbitro e VAR, alla storica vicenda legata alla giustizia sportiva, senza dimenticare l’approvazione del Parlamento all’inserimento dello sport in Costituzione.

«Il traguardo storico dello sport in Costituzione ci spinge a cercare con ancora maggiore forza di sviluppare la pratica sportiva dal basso, dai praticanti, dando così un senso anche alle vittorie, alle medaglie che non sono mai mancate – ha commentato Abodi -. Quello che dovremo cercare di fare è contrastare la sedentarietà, fare in modo che lo sport a scuola sia sempre più presente, al momento la sua presenza è insufficiente e al di sotto degli standard europei. Dobbiamo proseguire con la collaborazione con il MIUR, già lo stiamo facendo partendo dai giochi della gioventù. Vogliamo promuovere l’attività sportiva, la sua dimensione di benessere. Il primo impegno è questo ripartire dalle scuole migliorando le infrastrutture, migliorando la presenza dell’educazione fisica, della cultura del movimento e poi cercare di migliorare gli impianti nel loro complesso».

Sull’accordo appena sancito per la trasmissione dei dialoghi fra arbitro e VAR: «Questa novità assoluta aiuterà tutti a non essere travolti dal senso del sospetto e del complotto con alcune squadre avvantaggiate rispetto ad altre. Tutto ciò che aiuta a comprendere ritengo che vada nella direzione della crescita culturale. È un’operazione interessante, anche dal respiro internazionale. In America questi dialoghi sono consolidati. Non soltanto per la parte sportiva, ma anche per la parte di racconto sportivo. Completa lo spettacolo e aiuta a renderlo più trasparente, più intellegibile, più comprensibile, più coinvolgente».

Un altro tema che il ministro Abodi si è prefissato per questa legislatura è quello relativo alla giustizia sportiva: «Una riforma non può avvenire per via politica, ma attraverso un’auto analisi e mettendosi in discussione. Il corpo normativo ha la sua validità ma c’è qualcosa che non ha funzionato e noi faremo la nostra parte. Con il ministro Nordio stiamo lavorando a una serie di verifiche sulla possibilità di individuare una procura della Repubblica sulla quale concentrare tutti i procedimenti che riguardano la tematica sportiva, almeno per quel che riguarda gli sport a squadre professionistiche, per evitare che le diverse interpretazioni delle diverse procure della Repubblica determinino delle asimmetrie temporali che non fanno comprendere che è necessario uniformità di giudizio anche nelle tempistiche. Sarebbe un grande passo in avanti».

Commentando la vicenda del centro allenamenti della Fiorentina, ancora in attesa dell’ok per l’apertura al pubblico dei due impianti da circa 3 mila posti, Abodi ha allargato il campo anche alla questione nuovi stadi: «Probabilmente un commissario che possa fare coordinamento e affiancare amministrazioni e club potrebbe essere la soluzione per affrontare un problema che non è più procrastinabile. Dobbiamo trovare una modalità che consenta al tempo stesso di rispettare le norme e le legittime aspettative di un club e dei suoi tifosi. Non so se il commissario potrà essere la ricetta giusta, ma mi sento di non scartarlo».

Intanto l’Italia aspetta dalla UEFA la decisione sulla sede del prossimo Europeo di calcio nel 2032, con la candidatura congiunta con la Turchia che spera di risultare vincitrice il 10 ottobre prossimo: «Questa candidatura congiunta è stata una scelta della Federazione che abbiamo compreso, ora dobbiamo renderla proficua. Da un lato c’era una candidatura turca di grande valore dal punto di vista della qualità infrastrutturale sempre bocciata e si rischiava che la UEFA decidesse in loro favore. Dall’altra c’è l’Italia che chiedeva l’assegnazione alla UEFA per colmare un gap con gli altri paesi insopportabile».

A proposito del calcio, negli ultimi mesi la questione dei diritti tv del prossimo ciclo per la Serie A ha infuocato le cronache degli ultimi mesi: «Stiamo iniziando a lavorare sull’architettura di base di una riforma della gestione dei diritti audiovisivi. Dopo di che inizierà un confronto con tutti i portatori di interesse perché è opportuno che venga ammodernata, ma non calandola dall’alto. La legge Melandri ha avuto la sua utilità ma il mondo è tanto cambiato, è opportuno riscriverla. Mi auguro di poterlo fare entro la primavera prossima. La norma approvata sulla pirateria è buonissima, la più avanzata a livello europeo ma probabilmente servirà un altro intervento per rendere più perentoria l’azione di contrasto».

Tornando sull’inserimento dello sport in Costituzione, il ministro Abodi ha aggiunto: «Nella scuola primaria l’educazione fisica è prevista finora solo in quinta elementare, quest’anno partiamo con la quarta ed entro la fine della legislatura vogliamo che tutti e cinque gli anni siano coperti. Vogliamo anche aumentare il numero delle ore settimanali che ora è di una massimo due. Sarà importante migliorare oltre alle infrastrutture, il numero dei docenti di educazione fisica e renderli sempre più aggiornati. Vogliamo fare anche in modo anche che la scuola orienti il ragazzo verso l’attività sportiva più adatta. In particolare, per quel che riguarda le strutture, i 300 milioni del PNRR per le palestre scolastiche sono oggettivamente insufficienti, ma il ministro Valditara ha già individuato altre risorse e anche noi stiamo cercando di fare la nostra parte. Questi interventi avranno una misurabilità non dico quotidiana ma sistematica».