«Le ipotesi ventilate da un quotidiano sulla cessione della Juventus sono destituite di fondamento». La precisazione era attesa ed è arrivata dal portavoce di Exor, ma nonostante la smentita, l’edizione odierna de Il Giornale rilancia: la Juventus è in vendita. Secondo quanto riportato dal quotidiano, le grandi manovre finalizzate al distacco da Exor sono già argomento di valutazione interna, nonostante John Elkann (AD della holding) escluda di aver intrattenuto colloqui con i membri della famiglia sulla necessità di cedere.
Elkann tiene però a far sapere che in ogni caso sarà lui a decidere il destino del club, visti i poteri a lui delegati dal cda di Exor cui fa capo il 64% della società. E probabilmente lo farà insieme alla “triade” di figure top e di massima fiducia che da un po’ di tempo lo affiancano in ogni scelta d’investimento: Matteo Scolari, Noam Ohana e Suzanne Hewywood, quest’ultima il 28 novembre scorso si era dimessa dal CdA della Juventus quale consigliere indipendente.
A orientare le convinzioni di Elkann – scrive ancora Il Giornale – saranno soprattutto i conti tutt’altro che brillanti della società, dato che i ricavi sono tuttora sotto i livelli pre-pandemici. «La situazione della Juventus non è certamente idilliaca. La mancata partecipazione alla Champions League rappresenta un ulteriore colpo per il patrimonio del club», ha ricordato un report di Gabriel Deback, market analist di eToro.
«A tal proposito è importante ricordare che negli anni recenti, gli azionisti hanno già apportato finanziamenti al club per un totale di 700 milioni. Se l’evoluzione finanziaria non dovesse migliorare e il patrimonio dovesse nuovamente richiedere finanziamenti potrebbe essere necessaria una profonda riflessione sul futuro della Juventus all’interno del portafoglio di Exor», ha aggiunto l’analista. Anche gli analisti di Equita hanno parlato di «notizia positiva» in riferimento all’ipotesi di cessione.
Naturalmente – conclude il quotidiano – sta alla squadra di calcio rilanciare, con risultati sul campo, l’immagine intossicata dai misfatti finanziari della precedente gestione: non è una missione impossibile, ma non bastano i gol a ritrovare il giusto e necessario equilibrio. Più ragionevole immaginare l’arrivo nei prossimi mesi di un partner finanziario, prima in minoranza e più avanti col pieno controllo.