Il primo derby stagionale fra Inter e Milan si avvicina e sarà uno spareggio per il primo posto (seppur momentaneo). Uno scontro che forse arriva ancora presto per avere indicazioni decise per lo Scudetto, ma la vittoria di una delle due protagoniste manderebbe un forte messaggio difficile da ignorare per le concorrenti.
Come riporta l’edizione de La Gazzetta dello Sport, a San Siro dovrebbero arrivare anche i due proprietari, Gerry Cardinale, presenza confermata anche per l’esordio in Champions League contro il Newcastle dopo aver seguito le prime tre partite in campionato, e Steven Zhang. Per quest’ultimo si aspetta però ancora la conferma, visto che nelle ultime settimane ha dovuto cambiare la sua agenda più di una volta. Quello che certamente ci sarà, qualora Zhang si presentasse sabato sera, sarà il gelo nel rapporto fra i due proprietari dei club milanesi.
Nessun cambiamento rispetto a maggio, quando prima della sfida di ritorno delle semifinale non c’è stato il classico pranzo fra le due delegazioni del club, avvenimento a cui la UEFA tiene molto prima delle partite di Champions, senza poi un saluto tra Zhang e Cardinale che si sono di fatto evitati anche in tribuna autorità. Tra Zhang e Cardinale, infatti, non corre buon sangue. E non c’è alcun segnale che vada nella direzione opposta a breve: non ci sono diplomazie al lavoro in questo senso, sarebbe sorprendente se i due si scambiassero anche solo un saluto sabato allo stadio.
Sotto questo punto di vista, sembra essere passato un secolo dal derby del 3 settembre 2022, il primo di Cardinale da proprietario del Milan, quando i due si salutarono cordialmente durante l’intervallo, lontano dalle telecamere, con Zhang che fu ospitato in uno skybox rossonero. In quell’occasione si diedero appuntamento per un nuovo incontro, che sarebbe dovuto avvenire un mese più tardi, ma che in realtà non c’è mai stato.
La causa scatenante di questo raffreddamento fra le parti è stata la rottura tra i club sul fronte stadio. Inter e Milan erano andati avanti a braccetto sull’idea di costruire il nuovo San Siro: passi sempre concordati, almeno fino a quando il proprietario del Milan era Elliott. La rottura si è consumata, di fatto, dopo il cambio al vertice di via Aldo Rossi e il passaggio. Il Milan di RedBird ha scelto di andare avanti da solo, con il numero uno del fondo USA a gestire spesso in prima persona il dossier sullo stadio. In particolare, l’Inter non accolse di buon grado quando Cardinale arrivò a Milano e incontrò direttamente il sindaco Sala (e poi anche il presidente della Regione, Fontana) per discutere della questione stadio, senza avvisare dell’iniziativa i nerazzurri.
Da lì la distanza fra le parti. E poi il doppio incrocio mancato nelle due sfide di Champions, con i proprietari seduti non lontani in tribuna, eppure senza che a nessuno dei due sia mai venuta l’idea di avvicinare l’altro. Il 16 maggio, alla fine della semifinale di ritorno in casa dall’Inter, mentre i nerazzurri di Inzaghi festeggiavano, Cardinale inviò un messaggio di congratulazioni ai rivali, prima di ripartire per New York: «A nome del Milan voglio congratularmi con tutto il team dell’Inter e con i suoi tifosi per due partite ben giocate. Auguriamo loro tutto il meglio per la finale a Istanbul». Un gesto che aveva chiuso con signorilità una settimana ad altissima tensione, per la posta in palio e un po’ anche per il clima non esattamente disteso tra le due proprietà.