Mancini in Arabia per 90 milioni: i nodi tra staff, ingaggi e la causa della FIGC

L’ex Ct dell’Italia sta per iniziare la sua nuova avventura, ma ci sono ancora alcuni nodi da risolvere, dagli ingaggi netti al rischio di una causa della FIGC.

Mancini causa FIGC
Roberto Mancini (Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

Ora è ufficiale: Roberto Mancini sarà il nuovo Ct dell’Arabia Saudita. Quasi quattro anni di contratto e circa 90 milioni di euro in totale, arrivati dopo l’esperienza sulla panchina dell’Italia, conclusasi in malo modo nelle ultime settimane. Ma non tutti i tasselli del Mancini d’Arabia sono ancora al loro posto, anzi: negli ultimi giorni il Ct ha cercato di convincere alcuni dei collaboratori improvvisamente preoccupati di cambiare continente.

Qualcuno – scrive La Gazzetta dello Sport – ha avuto ripensamenti, spaventato dalla prospettiva di dover vivere lontano dall’Italia oltre sei mesi all’anno. Mancini decollerà stamattina molto presto con un volo privato. Intanto la FIGC sta a guardare ma medita risposte, visto che le dimissioni non sono state formalmente accettate. Si sta pensando a una richiesta di risarcimento.

Mancini e lo staff: chi seguirà il Ct e chi è in dubbio

Sul fronte staff, la situazione si è complicata negli ultimi tre giorni. Al momento, quelli che hanno dato l’ok a Mancini sono Fausto Salsano e Attilio Lombardo (assistenti tecnici), Massimo Battara (preparatore dei portieri), Claudio Donatelli e Andrea Scanavino (preparatori atletici) e Antonio Gagliardi (assistente tattico). Si è aggiunto un altro dello staff azzurro, il match-analyst Simone Contran. Non dovrebbero essere nel gruppo Alberico Evani, che era il vice in azzurro, Giulio Nuciari e Mauro Sandreani, osservatori.

In sospeso la posizione di Gabriele Oriali, l’ex team manager, tentato dalla prospettiva dell’avventura ma non ancora deciso se accettare o meno. In Arabia, troveranno il fisioterapista Alessio Agostino, già con Mancini in diversi club e oggi già al lavoro in Arabia Saudita. I collaboratori sono stati contattati ai primi di agosto, ma mancava un dettaglio: gli ingaggi dello staff sarebbero stati al netto solo se loro fossero diventati “fiscalmente sauditi”, cioè vivendo almeno 183 giorni all’anno nel Paese.

Discorso diverso tornando in Italia: la cifra netta si dimezza. E sono in ballo anche valutazioni sullo stile di vita a Riad, agiato ma molto diverso dal nostro. Con il caldo che impone di allenarsi la mattina prestissimo o la sera. Poi si vive negli hotel o nelle case. Non solo: pare che la Federcalcio saudita voglia avvalersi delle prestazioni dello staff con continuità, non soltanto durante i ritiri, così qualcuno sta riflettendo.

La FIGC studia un’azione per un risarcimento 

Il contratto di Mancini non scadrà a luglio 2026, alla fine del Mondiale in Canada-Messico-USA, ma a gennaio 2027, in tempo per la Coppa d’Asia proprio in Arabia (dopo quella del 2024 in Qatar). Sul fronte addio, la FIGC per ora è alla finestra. Il contratto con Mancini non prevedeva penali di uscita come quello di Spalletti dal Napoli. Le dimissioni devono però essere accettate formalmente.

E’ chiaro che la volontà del lavoratore prevale sempre: quindi Mancini allenerà, punto. Però potrebbero esserci strascichi legali perché in Via Allegri qualcuno sta pensando a un’azione per un risarcimento, visto che l’addio improvviso ha costretto a una ricerca veloce di un nuovo Ct con tutto quello che ha comportato. Alla fine, Gravina valuterà l’opportunità economica e politica di una causa.