Botta e risposta Renzi-Lotito. «Soldi da benzina ai club di A». «Peggiore demagogia»

Scontro tra il senatore di Italia Viva e il patron della Lazio, eletto in Senato con Forza Italia.

Lazio conferenza servizi Flaminio
Claudio Lotito (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)

Botta e risposta in ambito politico-calcistico tra l’ex premier e senatore di Italia Viva Matteo Renzi e il patron della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito.

“Aumenta il costo della benzina. Polemiche sui media. Non c’è una sola persona – nemmeno una – che ricordi la contraddizione di Giorgia Meloni. La premier ha vinto le elezioni con video in cui diceva che lo Stato lucrava su ogni pieno. Quando è diventata premier non solo non ha ridotto le accise, ma le ha addirittura aumentate”, è stato l’attacco del leader di Italia Viva  nella sua Enews.

“Io sono tra i pochi che su questi temi insiste. Perché? Non perché sia facile ridurre le accise: non lo è. Ma è assurdo fare campagna elettorale promettendo mari e monti e poi – con la prima legge di bilancio – aumentare i soldi per le squadre di Serie A su richiesta di Lotito e aumentare le accise sulla benzina. Si parla tanto di salario minimo: ma al ceto medio chi ci pensa? Ricordiamoci sempre: questo governo ha aumentato la benzina per dare soldi alle squadre di Serie A. E per me questa è la dimostrazione più netta di come governino i populisti”, ha concluso Renzi.

Parole a cui è arrivata la risposta a stretto giro da parte di Lotito. “Come al solito il senatore Renzi non perde occasione di utilizzare il mio nome per farsi pubblicità. E mente sapendo di mentire – le parole del patron della Lazio – Allo sport in genere, e non solo al calcio, non sono stati dati soldi, come viceversa è avvenuto per il cinema (con un miliardo a fondo perduto). Ma è prevista soltanto, come peraltro è previsto per legge per tutti i contribuenti, la possibilità di pagare a rate le tasse”.

“Non è la prima volta che Renzi utilizza questi argomenti – conclude Lotito – ed è un peccato vederlo ridotto a rincorrere la peggiore demagogia come accade sempre a chi si trova a rappresentare l’ultimo canto del cigno”.