La mossa di Lotito: emendamento per lo sconto nei debiti col fisco

La Lazio ogni anno, dal 2005 quando il senatore ha prelevato il club, versa al Fisco 5,65 milioni che vanno a compensare i 140 di buco, inclusi gli interessi, lasciati in passato per il mancato pagamento di Irpef e IVA.

Lazio progetto Flaminio
Claudio Lotito (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

Claudio Lotito diventa patron della Lazio nel 2005 anche grazie a uno speciale accordo, senza precedenti, con l’Agenzia delle Entrate favorito dal governo di Silvio Berlusconi. Come raccontato dal numero uno biancoceleste qualche settimana fa, fu proprio l’ex premier a convincere l’imprenditore romano a prelevare il club della Capitale sommerso dai debiti, 108,78 milioni di euro, dopo la gestione Cragnotti. Lotito accettò e grazie a quell’accordo sta ancora rimborsando l’Agenzia delle Entrate.

Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, Lotito nel frattempo è diventato senatore di Forza Italia, partito politico fondato nel 1994 da Berlusconi, ed è capogruppo per gli azzurri in Commissione Bilancio. Proprio in tale ambito, Lotito ha presentato un emendamento che prevede uno sconto per chi paga transizioni fiscali da oltre 15 anni. Caso che coinvolge anche la Lazio stessa, e quindi lui in persona.

«Ho presentato oltre 40 emendamenti da capogruppo di Forza Italia in Commissione: io penso agli interessi del Paese, non strumentalizzate» ha dichiarato Lotito in risposta a chi lo accusava di aver pensato a una legge per avere degli sconti sulle cifre che sta ancora pagando per saldare il debito della sua Lazio. Un passaggio in particolare della proposta ha attirato critiche verso il patron biancoceleste: «Prevedere che nelle transazioni fiscali di durata superiore a 15 anni (…) il contribuente in regola con i pagamenti ottenga al compimento del 15° anno una riduzione del debito».

La Lazio ha da poco superato la soglia dei 15 anni di pagamenti riconosciuti all’Agenzia delle Entrate con il debito originario di 108,78 milioni fra Irpef e IVA che con gli interessi sono arrivati a 140 milioni. Da quel 2005 ogni anno il 1° aprile la Lazio paga regolarmente una tranche da 5,65 milioni di euro, che zavorra i conti del club: all’ultimo bilancio 2022 mancavano all’appello 22 milioni per chiudere i conti col Fisco. Ancora quattro rate e la Lazio avrà finito di partire ogni anno con quel fastidioso -5,65.

Ma se la proposta del senatore Lotito passasse, la Lazio potrebbe chiudere il contenzioso con il Fisco anche prima. Trattandosi di una delega, l’emendamento non sarà subito operativo: se approvato, andrà comunque messo a terra nei dettagli, per capire quale sarebbe la percentuale dello sconto, e poi i casi effettivi di applicazione. Anche se lo stesso Lotito assicura che la Lazio non ne beneficerà. «E poi anche se fosse: con tutti i soldi che ho pagato, pensate davvero che due spicci mi cambino la vita? Ho dato oltre 100 milioni allo Stato per un debito che manco avevo fatto io, dovrebbero chiamarmi Robin Hood» le parole del patron biancoceleste.

«È come la buona condotta nel penale – conclude Lotito -. Dobbiamo incentivare i bravi contribuenti per cambiare la percezione del Fisco. È l’eredità di Berlusconi: lui voleva un’Agenzia delle Entrate equa e rispettosa, non degli aguzzini. Che male c’è a premiare chi da 15 anni fa il suo dovere?».