Milano-Cortina, ritardo sulle Olimpiadi: le gare possono finire in Svizzera

I tempi lunghissimi per la realizzazione delle opere hanno costretto a valutare il trasloco all’estero per alcune attività, con la Svizzera sullo sfondo.

Taxi volanti Milano
(Foto: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

E’ sempre più evidente il ritardo della macchina organizzativa in vista dei Giochi Olimpici invernali del 2026 che si svolgeranno tra Milano e Cortina. Tanto che oggi gli organizzatori parlano apertamente di piano B per diverse opere cruciali: dalla pista di bob a Cortina ai palazzetti di Milano, mezzo dossier è in bilico. Ai Giochi mancano due anni e mezzo e di pronto – spiega Il Fatto Quotidiano – non c’è quasi nulla.

Lo Sliding center di Cortina, forse l’opera più iconica (in negativo) con i suoi 80 milioni di costo, prevede tempi di esecuzione pari a 807 giorni: se i lavori cominciassero domani terminerebbero a fine settembre 2025, appena in tempo per la consegna al Cio a novembre. Invece siamo ancora in fase di gara. Per questo il trasloco all’estero, che pure comporta una serie di guai logistici (vanno spostati gli atleti e concordata la sicurezza con un altro Stato), non è più tabù: nell’ultima cabina di regia l’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Andrea Varnier, ne ha discusso apertamente.

Olimpiadi 2026 Svizzera – L’idea del trasloco all’estero

La soluzione non sarebbe Innsbruck, che si è fatta avanti (senza dichiarare i veri costi per gli investimenti) e con cui i rapporti sono compromessi, ma St. Moritz. Qui gli ostacoli più che tecnici (l’idoneità olimpica è raggiungibile) ed economici (da pagare quasi solo il fitto) rischiano di essere politici: presidente del circolo locale è il rivale nella federazione internazionale del nostro Ivo Ferriani, lo svizzero Fritz Burkard, che passerebbe così da salvatore della patria dei Giochi italiani.

A Milano la situazione dei due palazzetti privati forse è ancor più grave: per il PalaItalia a Santa Giulia solo di recente si è sbloccato il tira e molla tra finanziatori che ha fatto perdere mesi preziosi; anche qui non c’è più margine d’errore. Il Palasharp invece è quasi fuori: le sue gare sarebbero assorbite alla Fiera di Rho, dove si disputerà già il pattinaggio saltato a Baselga. Persino il laboratorio antidoping è un caso: le Olimpiadi sono a Milano ma il Coni lo vuole a Roma, e all’Aquacetosa non c’è spazio.

Non ci si mette d’accordo su dove farlo. Così non è escluso che le provette finiscano all’estero, a Colonia nel famoso laboratorio di Schwazer (il cluster di Cortina si appoggerebbe su Losanna). Milano-Cortina viene vista ormai come un problema. Uno stigma da cui tenersi lontani: non a caso l’ultima cabina di regia è stata disertata dal governo. L’unico ministro presente era Abodi per lo Sport e in collegamento c’era Locatelli (Disabilità).