Una tegola improvvisa si è abbattuta ieri sulla Sampdoria, deferita dalla Procura Federale (con un documento in data 3 luglio) per il «mancato versamento, entro il termine del 30 maggio scorso , di quota parte delle ritenute Irpef (pari a oltre 995 mila euro) e dei contributi Inps (per un importo di un milione 669 mila euro) relativi agli emolumenti dovuti ai tesserati nel primo trimestre 2023».
L’avviso di conclusione indagini – spiega Il Secolo XIX – è stato notificato a due membri del CdA attualmente in carica, Gianni Panconi e Alberto Bosco, che dal dicembre 2021 avevano retto la complicata gestione del club blucerchiato. Ovviamente anche la Sampdoria viene chiamata direttamente in causa. E, adesso, dovrà produrre adeguata documentazione difensiva se vorrà evitare una nuova penalizzazione nel prossimo campionato di Serie B.
Che, appunto, potrebbero costarle una partenza a handicap con quattro punti di penalizzazione in classifica, tra quelli per gli stipendi non pagati e quelli per la parte fiscale. Quindi, mentre proprietà e area tecnica stanno cercando di bruciare i tempi per allestire in tempi record un organico competitivo per tentare subito la risalita in Serie A (la settimana prossima sono previsti raduno e partenza per il ritiro), arriva questo nuovo pesante colpo sul morale di tutto l’ambiente blucerchiato.
Ora il club dovrà valutare anche a livello legale le contestazioni che gli sono state mosse e, a quel punto, elaborare una strategia difensiva. Di certo questo deferimento complica non poco le speranze della Sampdoria, che con la stessa scelta di Andrea Pirlo per la panchina aveva fatto intendere l’intenzione di tentare subito la risalita in A. La parola, adesso, va agli avvocati, proprio quando sembrava che il peggio, a tutti i livelli, per la Samp fosse alle spalle.