Blue Skye perde un’altra battaglia nello scontro sulla vendita del Milan da parte del fondo Elliott a RedBird. Il Consiglio di Stato – secondo documenti ufficiali consultati da Calcio e Finanza – ha negato alla società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo l’accesso ai documenti relativi alla cessione del club rossonero, avvenuta nel 2022. Il 31 agosto 2022, la Rossoneri Sport Investment Luxembourg aveva infatti venduto il 99,93% del capitale sociale del Milan al fondo di investimento RedBird Capital Partners che ne è divenuto proprietario per il tramite della società ACM BidCo B.V.
Il ricorso di Blue Skye e il via libera del TAR
A seguito di questa operazione Blue Skye, ex socia di minoranza di Milan tramite Rossoneri, ha chiesto alla Federazione Italiana Gioco Calcio, di «prendere visione e/o estrarre copia di tutti i documenti presentati nel mese di settembre 2022 da ACM BIDCO e/o AC MILAN […] presso la FIGC volti ad attestare la sussistenza dei requisiti di onorabilità e solidità finanziaria in capo agli acquirenti delle azioni di AC Milan, nonché la decisione assunta dalla FIGC in merito alla acquirente unitamente agli eventuali atti e pareri della Commissione consultiva di cui la FIGC si sia avvalsa nel corso del processo decisionale», si legge nel dispositivo.
A fronte del rifiuto opposto dalla FIGC sulla consegna dei documenti, «con provvedimento del 15 dicembre 2022, Blue Skye ha proposto ricorso avanti al Tar Lazio che, con sentenza del 29 marzo 2023, n. 5441, ha accolto la richiesta di Blue Skye di accesso documentale, ai sensi degli artt. 22 e ss. della legge n. 241/1990, dichiarando, invece, improcedibile la domanda di accesso civico. Il Tar ha, altresì, ordinato alla FIGC di consegnare i documenti richiesti entro trenta giorni».
L’appello di Cardinale, Furlani e ACM BidCo
Questa sentenza è stata appellata dal proprietario di RedBird Gerry Cardinale, dall’AD rossonero Giorgio Furlani e ACM BidCo B.V. Secondo la parte appellante, «il giudizio si collocherebbe in un contesto ben più ampio che vede l’odierna appellata Blue Skye promotrice di una moltitudine ingiustificata di iniziative giudiziarie nei confronti di numerosi soggetti in relazione alle vicende che hanno riguardato la cessione del capitale sociale dell’Associazione Calcio Milan S.p.a. dal Gruppo Elliott a RedBird, che ne ha acquistato la titolarità per il tramite della società ACM BidCo B.V».
Il Consiglio di Stato ha accolto questo ricorso sottolineando nella sua sentenza che «non sussiste l’interesse all’accesso documentale in capo a Blue Skye». L’accertamento sul possesso dei requisiti di onorabilità in capo alla cessionaria delle quote ACM BidCo si è già concluso positivamente ed è stato effettuato «ai fini dell’ammissione al campionato di Serie A dall’ente a ciò preposto, la Commissione Co.A.P.S. della FIGC, non sussistendo alcun dubbio circa la regolare iscrizione dell’AC Milan S.p.a. a tale campionato».
Anche qualora fosse stata determinata l’assenza dei requisiti di onorabilità e solidità finanziaria in capo alla cessionaria del Milan, questo comporterebbe «solo la sanzione della penalizzazione di alcuni punti in classifica della società, senza alcuna specifica implicazione sulla posizione di controparte (Blue Skye, ndr), che riveste la posizione di socio indiretto di minoranza della società che ha venduto la quasi totalità del capitale sociale dell’AC Milan», recita la sentenza.
Nell’assumere questa decisione, il Consiglio di Stato ha ricordato infine che anche negli Stati Uniti d’America è fallito il tentativo di Blue Skye di ottenere la disclosure da parte di Elliott e di RedBird di un’ampia documentazione sulla cessione del Milan, con RedBird che non è pertanto tenuta a «produrre alcun documento concernente la compravendita delle azioni» del club rossonero.