Il crescente numero di affari portato a termine dall’Arabia Saudita sta attirando alcuni dei più grandi nomi del settore legale nello stato del Golfo, nel tentativo di compensare un calo delle attività di fusione e acquisizione (M&A) in Europa e negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Kirkland & Ellis, il più grande studio legale al mondo per fatturato, ha affermato che sta «considerando attivamente» le sue opzioni a Riad, che ha descritto come «un mercato importante per gli affari internazionali e una delle economie in più rapida crescita al mondo».
Lo studio si unirebbe alle società statunitensi Latham e Watkins, Greenberg Traurig e Squire Patton Boggs nel raggiungere il più grande esportatore di petrolio del mondo, insieme a Dentons e alle britanniche Clifford Chance e Herbert Smith Freehills. La mossa arriva dopo che il governo dell’Arabia Saudita ha cambiato le sue leggi per consentire alle aziende straniere di richiedere licenze per aprire sedi a livello locale, invece di fare affidamento su partnership con gruppi esistenti nel Regno.
I nuovi regolamenti – seppur con alcune limitazioni – sono stati progettati dall’amministrazione di Mohammed bin Salman per «migliorare la competitività del regno» e «attrarre maggiori investimenti esteri». L’introduzione delle nuove leggi ha coinciso con un’esplosione di accordi di successo da parte del Public Fund Investment (PIF) per 650 miliardi di dollari, inclusa la proposta di fusione della sua lega di golf LIV con il PGA Tour statunitense e il DP World Tour europeo.
Le mire “espansionistiche” degli studi legali devono però fare i conti con la situazione dei diritti umani dell’Arabia Saudita, che continua a imprigionare i dissidenti e dove l’omosessualità rimane un crimine. Il Paese è stato anche ritenuto colpevole dalla CIA di aver autorizzato una missione di “cattura o uccisione” nei confronti del giornalista Jamal Khashoggi.
Gli studi legali americani hanno subito sempre più pressioni politiche per abbandonare alcuni clienti, con Kirkland ed Ellis che si sono separati da due famosi avvocati che rappresentavano la National Rifle Association, la lobby delle armi, dopo una diffusa indignazione per un massacro in una scuola del Texas. Altre aziende si sono rifiutate di lavorare per gruppi anti-abortisti o produttori di oppioidi, mentre l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi associati sono stati respinti da numerose società.