Dopo un 2022 che ha dimostrato la necessità di non poter dipendere dal gas russo, il 2023 si appresta ad essere un anno ancora più interessante, con l’accelerazione per la nuova industria del nucleare. Secondo quanto riportato da Repubblica – Affari&Finanza, gli investimenti nel settore stanno accelerando in modo deciso: l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) stima che si passerà dai 30 miliardi di dollari l’anno investiti negli anni Dieci a 60-80 miliardi entro il 2030.
Una delle novità meno prevedibili riguarda però il ruolo dei privati: fino a qualche tempo fa l’energia nucleare era un’arena considerata come quella della difesa, inaccessibile ai fondi privati. Ma questo sta cambiandoo. Un’analisi di McKinsey sugli investimenti privati nella fusione nucleare dimostra un’impennata ancora più significativa: se fino al 2020 gli investimenti privati ammontavano a 1,5 miliardi di dollari, in un solo anno sono triplicati, balzando a 4,44 miliardi.
La guerra in Ucraina ha avuto un ruolo nel confermare una convinzione in verità piuttosto consolidata: l’energia nucleare può rappresentare un fattore fondamentale nel bilancio energetico del futuro. L’annuncio degli Stati Uniti del dicembre 2022 rappresenta un punto di svolta. Ma accanto al sogno della fusione, che genera ancora più energia e non produrrebbe scorie, passi avanti sono stati fatti sulla fissione, la tecnologia che fa funzionare gli attuali reattori.
Una concreta speranza dell’industry sono i piccoli reattori modulari: centrali decisamente più piccole, che possono stare dentro una collina, e decisamente più sicure perché utilizzano metodi nuovi. Il principe di questa rincorsa è nato tra Torino e Londra, si chiama Newcleo, ed è guidato da Stefano Buono. Partito proprio nel 2021, ha raccolto prima 100 milioni di euro, poi altri 300 milioni, e oggi sta lavorando a un aumento di capitale da un miliardo, che, secondo quanto risulta a Repubblica, è a buon punto.
Non solo. Negli Stati Uniti oltre ai grandi come TerraPower (sostenuta da Bill Gates) e Tae (finanziata da Chevron e Google) il Dipartimento per l’Energia ha finanziato otto startup. Tornando a Newcleo, la rete iniziale di investitori ha creduto nel track record di Buono. Subito si sono mosse holding globali come Exor – il gruppo della famiglia Agnelli-Elkann che controlla anche la Juventus – e operatori importanti della finanza italiana da Blu Acquario Prima (veicolo personale di Marco Drago) a Hofima (famiglia Malacalza).
Ma la promessa di crescita ha presto attratto l’interesse della mano pubblica, in primis con gli Stati che sul nucleare scommettono senza riserve, come la Francia, e poi con le partecipate, come Enel, che con Newcleo ha firmato un accordo di collaborazione e un’opzione di investimento. Tra i sostenitori della fissione – ma con i piccoli reattori – oltre alla Francia c’è anche il Regno Unito, che ha lanciato negli scorsi mesi una competizione per il miglior progetto in questo ambito.