Nuova sede e investitori: la Serie A mette nel mirino il Medio Oriente

La Serie A ha aperto la sua nuova sede all’esterno, nell’area MENA, e mette nel mirino le opportunità di investimento dal Medio Oriente.

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(Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto)

La Serie A mette nel mirino le opportunità di investimento dal Medio Oriente, con il massimo campionato italiano che sta diventando sempre più attraente per i finanziatori globali e i giganti del private equity. La regione del Golfo vanta già importanti interessi nel calcio inglese, tra cui il Newcastle (guidato dai sauditi) e il Manchester City, la cui maggioranza è controllata dal City Football Group (Abu Dhabi United Group).

In Francia, Qatar Sports Investments guida il Paris Saint Germain, mentre in Italia al moment o non esiste una proprietà mediorientale in Serie A, torneo dominato da investitori statunitensi. Il Public Investment Fund dell’Arabia Saudita (PIF) è stato accostato all’Inter nel recente passato, mentre ad aprile è toccato al fondo di investimento del Bahrein InvestCorp (già interessato a rilevare il Milan).

Alfonso De Stefano, managing director per l’area MENA (Middle East and North Africa) in Serie A, ha dichiarato ad AGBI : «Sono assolutamente consapevole che è qualcosa che potrebbe accadere in futuro. Nel nostro campionato abbiamo diversi club di proprietà straniera e c’è sempre un occhio aperto da questa regione verso i club di calcio italiani».

La Serie A ha aperto questa settimana il suo ufficio in Medio Oriente ad Abu Dhabi, il secondo fuori dall’Italia dopo aver avviato le operazioni a New York lo scorso anno per coprire il mercato nordamericano. Dalla sua nuova base presso lo Yas Creative Hub nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, la Serie A cercherà di aumentare la sua fanbase, collaborando con autorità sportive e aziende in tutta la regione e aumentando il profilo dei club leader.

 

Attualmente, Abu Dhabi Media e il servizio di streaming Starzplay detengono i diritti di streaming esclusivi per le partite di Serie A nella regione MENA per oltre 20 Paesi tra cui Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Marocco. L’accordo triennale è stato firmato lo scorso anno e secondo indiscrezioni ha un valore di 79 milioni di euro.