Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di serie A con all’attivo più di 300 gare nella massima serie considerando tutti i ruoli (arbitro, VAR e arbitro addizionale), è ora imprenditore nell’azienda di famiglia che produce integratori sportivi naturali Aperegina. Inoltre ogni mercoledì sera di Champions League è parte della scuderia di Amazon Prime Video per commentare nella Var Room il match trasmesso dal broadcaster in Italia.
L’ex direttore di gara teramano, dopo alcuni interventi su Calcio e Finanza, ha deciso di proseguire la collaborazione con la nostra testata inviando un contributo sul fischietto che dirigerà la prossima finale di Champions League.
In archivio le prime due finali, con le due sconfitte della Roma in Europa League e della Fiorentina in Conference. Resta l’ultima, la più importante: a Istanbul si sfidano Inter e Manchester City, con in palio la Champions League.
Per una sfida del genere la designazione è sempre fondamentale, e la scelta è ricaduta su uno dei migliori arbitri al mondo se non il migliore attualmente, Szymon Marciniak. Diverse polemiche a una settimana dal match per la partecipazione del direttore di gara a un evento di estrema destra nel suo paese: il fischietto polacco ha chiarito la propria posizione, si è scusato ed è stato dunque confermato dalla UEFA per la direzione della partita dell’Ataturk Stadium.
Marciniak ha diretto l’ultima finale dei Mondiali in Qatar in maniera eccellente, senza pecche, fischiando tre rigori e una simulazione tutto dal campo. Il quarantaduenne direttore di gara polacco in questa edizione ha fischiato in ottavi, quarti, semifinale, e ora gli toccherà la finale: a memoria non ci sembra che fosse mai successo prima. Quella di Istanbul sarà la sua nona presenza in questa Champions, preliminari inclusi. Un record del genere è paragonabile solo a quello del turco Cakir, che nell’edizione 2015/16 diresse una semifinale d’andata e una di ritorno, altro caso unico.
Marciniak è un arbitro molto imponente fisicamente, che in passato ha anche giocato a calcio ad alti livelli: questa esperienza gli consente di avere sempre un ottimo rapporto con i calciatori – che adesso lo stimano molto in virtù del suo status – e di capire le dinamiche di campo, anche le più complesse. Un’altra delle sue doti è quella di essere un arbitro molto istintivo, che va di pancia. Una qualità che lo ha premiato nella finale dei Mondiali, ma lo ha penalizzato in Napoli-Milan, quando ha commesso forse l’unico errore della sua eccellente stagione, non assegnando agli azzurri un rigore per fallo su Lozano. Una pecca che, sul momento, pensavo potesse mettere a rischio la sua presenza in finale, cosa che poi non è stata.
Se facciamo un passo indietro, dobbiamo ricordare come nella sua carriera ci sia stato anche un periodo di flessione. Siamo poco dopo i Mondiali in Russia, Marciniak è considerato fra gli arbitri più promettenti del continente ma ha un calo di rendimento e non viene selezionato per Euro 2020. Dopo quella parentesi si è però ripreso brillantemente, dimostrando grande abnegazione e determinazione, e tornando ai vertici dell’arbitraggio europeo: fino a questa annata, la migliore della carriera, che sarà coronata dallo scenario della finale Champions. Una grande soddisfazione che cercherà di accompagnare con una prestazione all’altezza: in bocca al lupo!