Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi hanno compiuto il primo passo da nuovi proprietari della Sampdoria, con buona pace di Massimo Ferrero che è uscito di scena, come da lui stesso confermato, senza percepire nulla per il club blucerchiato. I due neoproprietari, però, devono subito mettersi al lavoro per superare il primo scoglio della propria gestione, ufficialmente non ancora cominciata: il piano di ristrutturazione del debito del club.
Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, Radrizzani e Manfredi hanno già permesso al CdA di approvare un aumento di bilancio, che consentirà il pagamento degli stipendi dei calciatori (fuori termine massimo e quindi la Samp sarà molto probabilmente penalizzata di 4 punti nel prossimo campionato di Serie B), e l’emissione di un prestito obbligazionario fino a 40 milioni che rimpinguerà le casse del club, rimaste praticamente vuote. A queste due mosse se ne dovrà aggiungere un’altra, molto più complessa per via del numero elevato di attori sulla scena, cioè la ristrutturazione dell’esposizione debitori per complessivi 190 milioni di euro circa. Le categorie dei creditori vanno dalla banche al fornitori per passare da agenti e calciatori.
Per ottenere il via libera al piano di ristrutturazione, a cui il CdA ha già lavorato nelle scorse settimane in attesa di un cambio di proprietà, serve l’assenso del 60% dei creditori complessivi e di ogni categoria di creditori per poi passare al riscadenziamento e in parte allo stralcio. Con le banche (la più esposta è l’australiana Macquarie, seguita da Banca Sistema e con una piccola quota in capo a Banca Progetto) un via libera è già stato raggiunto nelle ultime ore: con gli istituti sul tavolo ci sono debiti per circa 50 milioni garantiti da Sace e altri 13 milioni circa garantiti da immobili. A questi si aggiungono i circa 45 milioni dovuti al Fisco, altri 40 milioni suddivisi invece tra fornitori e agenti con il resto dovuto infine ai calciatori.
Come detto, al fianco dell’aumento di capitale, Radrizzani e Manfredi hanno scelto di sottoscrivere, attraverso le proprie società Aser Group e Gestio Capital, un prestito obbligazionario convertibile. Il club emetterà un’obbligazione a breve con le due società che la sottoscriveranno. La strada del prestito convertibile è stata l’opzione prescelta per superare una difficoltà tecnica all’interno del salvataggio: l’aumento di capitale è infatti condizionato al raggiungimento dell’omologa da parte del Tribunale. L’altra strada poteva essere quella di un prestito ponte, ma è stata preferita l’opzione del prestito obbligazionario.
Il tutto sembra procedere con una certa rapidità e senza particolari intoppi, visto che anche qui c’è una data di scadenza, come per il resto è stato per gli ultimi mesi, cioè il 20 giugno, termine ultimo per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie B a cui la Sampdoria deve arrivare con una nuova proprietà che abbia messo tutti i tasselli al proprio posto per ottenere il via libera dalla FIGC per iscriversi al campionato.
Nonostante ciò, alcuni aspetti sono ancora da chiarire. Resta da capire se Radrizzani e Manfredi si muovano con capitali personali oppure con risorse di investitori terzi con la logica di un fondo. Resta da chiarire poi il coinvolgimento in minoranza (diretta o indiretta) del fondo Qatar Sports Investments proprietario del Paris Saint-Germain. Proprio i due finanzieri non hanno fatto mistero che sono in contatto con l’investitore del Golfo Persico.
In tutta questa operazione Ferrero non riceverà nulla, da quanto lui ammesso direttamente, nonostante avesse bisogno di circa 30 milioni per sanare la sua situazione debitoria esterna alla Sampdoria. L’ormai ex patron blucerchiato non si è opposto all’aumento di capitale che il CdA ha già deliberato così da spianare la strada alla coppia Radrizzani-Manfredi che ora non devono far altro che sottoscriverlo con le proprie due società. Sullo sfondo rimane il finanziere Alessandro Barnaba, che gode ancora dell’appoggio di Edoardo Garrone, pronto a intervenire con il suo fondo Merlyn Partners in caso di tentennamenti, non previsti, dell’ultimo secondo.